"Il futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche. Coloro che oggi fanno uso del telegrafo, del telefono e del grammofono, del treno, della bicicletta, della motocicletta, dell’automobile, del transatlantico e del dirigibile, dell’aeroplano, del cinematografo, del grande quotidiano non pensano che queste diverse forme di comunicazione, di trasporto e d’informazione esercitano sulla loro psiche una decisiva influenza. Questa influenza sviluppa un ‘nuovo senso del mondo’: gli uomini conquistarono successivamente il senso della casa, il senso del quartiere in cui abitavano, il senso della città, il senso della zona geografica, il senso del continente. Oggi posseggono il senso del mondo; hanno mediocremente bisogno di sapere ciò che facevano i loro avi, un bisogno assiduo di sapere ciò che fanno i loro contemporanei di ogni parte del mondo: Conseguente necessità, per l’individuo, di comunicare con tutti i popoli della terra”.
In questo testo del 1913 -tratto da L’immaginazione senza fili e le parole in libertà- Filippo Tommaso Marinetti avvertiva chiaramente un periodo di cambiamenti radicali segnato da trasformazioni sociali, rivolgimenti politici e sconvolgenti scoperte tecnologiche e scientifiche.
La portata del cambiamento non aveva precedenti ed è proprio lui ed altri intellettuali e artisti ad avvertire con profonda consapevolezza che il mondo stava cambiando e, con esso, persino la percezione dello spazio, del tempo e il modo di vivere della gente.
Marinetti nel suo famoso manifesto esaltava il dinamismo, la velocità, l’industria eppure la guerra intesa come igiene del mondo.
Ecco perchè i futuristi furono considerati giovani irriverenti e arditi che condannavano con violenza il passato e col loro motto: “uccidiamo il chiaro di luna”, incitavano a realizzare un’arte rivoluzionaria con una nuova cosmovisione.
Il movimento esplorò i grossi cambiamenti in ogni campo dell’arte: pittura, scultura, poesia, teatro, musica, architettura, danza, fotografia, cinema nonche quello della gastronomía.
A Milano quindi, i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo, firmarono il “Manifesto tecnico della pittura futurista” che aboliva la prospettiva tradizionale e faceva propria una estetica della velocità, infatti nelle opere futuriste prevaleva il dinamismo, il movimento e la visione da più punti di vista.
Nel 1910 Boccioni, Carrà e Russolo, esponevano a Milano le prime opere futuriste alla Mostra d’arte libera nella fabbrica Ricordi.
Il 20 febbraio 2009, il Futurismo -con addetti in tutto il mondo- compie i 100 anni di vita e così lo ricordiamo dal nostro portale.
In questo testo del 1913 -tratto da L’immaginazione senza fili e le parole in libertà- Filippo Tommaso Marinetti avvertiva chiaramente un periodo di cambiamenti radicali segnato da trasformazioni sociali, rivolgimenti politici e sconvolgenti scoperte tecnologiche e scientifiche.
La portata del cambiamento non aveva precedenti ed è proprio lui ed altri intellettuali e artisti ad avvertire con profonda consapevolezza che il mondo stava cambiando e, con esso, persino la percezione dello spazio, del tempo e il modo di vivere della gente.
Marinetti nel suo famoso manifesto esaltava il dinamismo, la velocità, l’industria eppure la guerra intesa come igiene del mondo.
Ecco perchè i futuristi furono considerati giovani irriverenti e arditi che condannavano con violenza il passato e col loro motto: “uccidiamo il chiaro di luna”, incitavano a realizzare un’arte rivoluzionaria con una nuova cosmovisione.
Il movimento esplorò i grossi cambiamenti in ogni campo dell’arte: pittura, scultura, poesia, teatro, musica, architettura, danza, fotografia, cinema nonche quello della gastronomía.
A Milano quindi, i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo, firmarono il “Manifesto tecnico della pittura futurista” che aboliva la prospettiva tradizionale e faceva propria una estetica della velocità, infatti nelle opere futuriste prevaleva il dinamismo, il movimento e la visione da più punti di vista.
Nel 1910 Boccioni, Carrà e Russolo, esponevano a Milano le prime opere futuriste alla Mostra d’arte libera nella fabbrica Ricordi.
Il 20 febbraio 2009, il Futurismo -con addetti in tutto il mondo- compie i 100 anni di vita e così lo ricordiamo dal nostro portale.
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