Cosi intitola Giovanni Petrella Battista questo suo appello, dal Venezuela, al Governo italiano.
Con una valigetta di cartone allacciata con un fil di spago e con un fardello di valori umani e l’anima colma di speranze, molti italiani, specialmente del Mezzogiorno, sono partiti per il mondo e alcuni di loro sono arrivati in Venezuela, che già Cristoforo Colombo definì allora "Terra di grazia".
Noi apparteniamo ad un popolo obbediente alle leggi e rispettoso dello Stato Sovrano, in ogni nazione; appunto per questo chiediamo alle autorità statali lo stesso rispetto per noi e per i nostri discendenti.
Perciò, dopo molti decenni trascorsi a lavorare con la famiglia sempre a carico, dopo sforzi fisici ed economici, lacrime e sacrifici, moltissimi italiani oggi ci stanno rimettendo non solo economicamente, ma anche socialmente e politicamente, come qualsiasi altro cittadino del Venezuela.
Già da tempo, tutta la "grazia" del Venezuela quasi non esiste più. Nonostante alcune cose che il governo sta facendo bene -come nelle arti e nella cultura– nel Paese stanno affondando le radici "industrie distruttive", seminando elevati livelli di paura: l’industria del sequestro –che colpisce molti italiani– che ha per protagonisti malviventi (appoggiati); e l’industria dell’esproprio a quasi tutti italiani -sequestro di quasi tutto e di tutti, legalizzato– di cui è protagonista il governo nazionale.
Davanti a questa pericolante situazione ci domandiamo: "ma che fa il governo italiano? Perché se ne sta zitto zitto? Potrebbe anche emulare il Presidente della Spagna: quando il governo venezuelano stava "mettendo le mani addosso" ad una nota banca spagnola, il Señor Zapatero ha risposto per le rime: "staremmo molto attenti a come si svolgono le negoziazioni con la nostra banca con interessi spagnoli". E a quest’ora il governo venezuelano sta già pagando.
Quindi mi chiedo –dice Giovanni Petrella Battista- il governo italiano, per caso, non può fare qualcosa di simile affinché gli italiani (molti dei quali sono pugliesi) siano risarciti al giusto prezzo per le imprese espropriate?
La storia non finirà a breve: tutti noi abbiamo paura, viviamo istericamente o sotto stress (come volete) collettivo e permanente. Tutti ci domandiamo se si può vivere così in un Paese cui, come emigranti, abbiamo volontariamente offerto la migliore parte della nostra vita: la gioventù.
Spero, a nome di tutti gli italiani che vivono nel Venezuela e specialmente a nome degli imprenditori disastrati legalmente, che questo lacerante messaggio possa arrivare, attraverso la stampa, al Consiglio dei Ministri e al Presidente Silvio Berlusconi.
Spero che quanto prima intervenga in favore di un maggior rispetto per la comunità italiana da parte del Venezuela, nazione "senza grazia" come direbbe oggi Cristoforo Colombo.
E finisce il Presidente dell’Associazione Pugliese dello Zulia: Sappiamo benissimo che quello che gli italiani fanno dentro e fuori l’Italia è lavorare, lavorare, lavorare. Per questo portano progresso ovunque.
A noi, italo-argentini che viviamo in Argentina, ci tocca da vicino questo appello del Petrella Battista e ben potremmo farlo estensivo al governo argentino dopo l'espropriazione della Ternium Sidor, appartenente al Gruppo “Techint” della italianissima famiglia di Agostino Rocca, nel Venezuela.
"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO
viernes, 29 de mayo de 2009
jueves, 28 de mayo de 2009
IL PORTALE LOMBARDI NEL MONDO COMPIE 5 ANNI INTERVISTA ALL'EDITORE DANIELE MARCONCINI
1) Partiamo da una curiosità: come è nata l’idea di questo strumento?
La necessità di avere uno strumento informatico che mettesse in rete le comunità lombarde nel mondo, era stata inserita tra le priorità della Regione Lombardia già dieci anni fa. L’obbiettivo strategico era quello di fornire alle nostre comunità, oltre che uno strumento giornalistico-informativo, un mezzo di confronto e di identità storico–culturale e un punto di riferimento al fine di attuare un dialogo diretto con l’istituzione stessa. Agli inizi del 2004, l’Associazione dei Mantovani nel Mondo elaborò una prima proposta operativa di Portale dei Lombardi nel Mondo,grazie al contributo decisivo delle Associazioni e dei Circoli Lombardi all’Estero che misero a disposizione in forma volontaria e gratuita giornalisti e tecnici, oltre che naturalmente idee e progettualità. Potendo contare in forma volontaria su un primo gruppo di collaboratori e di corrispondenti residenti all’estero, diretti dal giornalista parlamentare Luciano Ghelfi e coordinati dal caporedattore Fabio Veneri, si riuscì così a dar vita al primo network giornalistico lombardo nel mondo basato su un software “open source”e su una struttura elaborata dall’informatico Vanni Vincenzi.
2) Quali sono i momenti più significativi che sottolinea di questi cinque anni di attività?
Il primo atto veramente significativo è stata la decisione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale di creare una collaborazione del proprio Ufficio Stampa con il Portale dei Lombardi nel Mondo e successivamente,dopo un periodo sperimentale, il riconoscimento del Sito come “Portale di interesse regionale”. Ritengo di fondamentale importanza la creazione di una banca dati online per le ricerche familiari, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Mantova, e l’apertura del “Circolo Storico della Stampa Lombarda”, un’area dove inserire documentazione e materiale bibliografico sull’emigrazione lombarda nell’ambito di un progetto più ampio per la realizzazione di un Centro Documentazione regionale.
3) Quale le pare sia l’interesse suscitato dallo strumento in questi anni, tanto da un punto di vista giornalistico quanto istituzionale?
Grazie ad una continua evoluzione tecnologica e alla qualità della sua rete giornalistica nel 2008 l’attività il Sito www.lombardinelmondo.org, si è confermato uno strumento di successo con oltre il 50% di aumento di visite rispetto al 2007 e con Aprile 2008 che ha registrato un picco di traffico quasi triplicato (177% di incremento), a fronte di un exploit di accessi dell’Area dedicata alle elezioni politiche in Italia con la presentazione dei candidati di origine lombarda. Inoltre a conferma dell’interesse internazionale acquisito del Portale dei Lombardi nel Mondo, è stato verificato che ben il 72% dei quasi 300 mila accessi provengono da ben 50 paesi di tutto il mondo, mentre “solo” il 28% vengono dall’Italia. Le Aree istituzionali visitate rappresentano un ottimo 25% sul totale delle visite. Da segnalare un boom di visite nell’Area del Consiglio Regionale con un incremento del 120% rispetto al 2007. Sempre a conferma del forte legame delle nostre comunità. Buono anche l’ascolto del notiziario radio Lombardia News, in collaborazione con Radio Base Mantova.
4) Come si colloca il Portale all’interno del più generale panorama dei mezzi di comunicazione per gli italiani all’estero? Quali sono le specificità?
Il Portale dei Lombardi nel Mondo è l’unico esempio in Italia di collaborazione giornalistico-istituzionale tra una Regione e l’Associazionismo in cui con un finanziamento pubblico molto contenuto, viene svolta sia un’informazione giornalistico-istituzionale a favore delle nostre comunità all’estero e sia una informazione di ritorno e di approfondimento sulle nostre comunità all’estero.
5) Che sviluppi prevede per il futuro del Portale?
Ritengo di fondamentale importanza la possibilità, attraverso il Portale, di avere un continuo aggiornamento sulla cosiddetta nuova “mobilità lombarda nel mondo”, formata sia da coloro che si sono stabiliti all’estero recentemente e permanentemente e sia da coloro che all'estero si recano temporaneamente, ancorché per periodi prolungati: dipendenti di imprese, tecnici e dirigenti, studenti e ricercatori, liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi. In secondo luogo il Portale può assolvere all’importantissimo ruolo di promuovere le opportunità che la Regione Lombardia offre (con particolare riferimento alle nuove generazioni di giovani italiani all’estero) e alla pubblicizzazioni di eventi di importanza internazionale a cominciare dall’Expò di Milano previsto nel 2015.
La necessità di avere uno strumento informatico che mettesse in rete le comunità lombarde nel mondo, era stata inserita tra le priorità della Regione Lombardia già dieci anni fa. L’obbiettivo strategico era quello di fornire alle nostre comunità, oltre che uno strumento giornalistico-informativo, un mezzo di confronto e di identità storico–culturale e un punto di riferimento al fine di attuare un dialogo diretto con l’istituzione stessa. Agli inizi del 2004, l’Associazione dei Mantovani nel Mondo elaborò una prima proposta operativa di Portale dei Lombardi nel Mondo,grazie al contributo decisivo delle Associazioni e dei Circoli Lombardi all’Estero che misero a disposizione in forma volontaria e gratuita giornalisti e tecnici, oltre che naturalmente idee e progettualità. Potendo contare in forma volontaria su un primo gruppo di collaboratori e di corrispondenti residenti all’estero, diretti dal giornalista parlamentare Luciano Ghelfi e coordinati dal caporedattore Fabio Veneri, si riuscì così a dar vita al primo network giornalistico lombardo nel mondo basato su un software “open source”e su una struttura elaborata dall’informatico Vanni Vincenzi.
2) Quali sono i momenti più significativi che sottolinea di questi cinque anni di attività?
Il primo atto veramente significativo è stata la decisione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale di creare una collaborazione del proprio Ufficio Stampa con il Portale dei Lombardi nel Mondo e successivamente,dopo un periodo sperimentale, il riconoscimento del Sito come “Portale di interesse regionale”. Ritengo di fondamentale importanza la creazione di una banca dati online per le ricerche familiari, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Mantova, e l’apertura del “Circolo Storico della Stampa Lombarda”, un’area dove inserire documentazione e materiale bibliografico sull’emigrazione lombarda nell’ambito di un progetto più ampio per la realizzazione di un Centro Documentazione regionale.
3) Quale le pare sia l’interesse suscitato dallo strumento in questi anni, tanto da un punto di vista giornalistico quanto istituzionale?
Grazie ad una continua evoluzione tecnologica e alla qualità della sua rete giornalistica nel 2008 l’attività il Sito www.lombardinelmondo.org, si è confermato uno strumento di successo con oltre il 50% di aumento di visite rispetto al 2007 e con Aprile 2008 che ha registrato un picco di traffico quasi triplicato (177% di incremento), a fronte di un exploit di accessi dell’Area dedicata alle elezioni politiche in Italia con la presentazione dei candidati di origine lombarda. Inoltre a conferma dell’interesse internazionale acquisito del Portale dei Lombardi nel Mondo, è stato verificato che ben il 72% dei quasi 300 mila accessi provengono da ben 50 paesi di tutto il mondo, mentre “solo” il 28% vengono dall’Italia. Le Aree istituzionali visitate rappresentano un ottimo 25% sul totale delle visite. Da segnalare un boom di visite nell’Area del Consiglio Regionale con un incremento del 120% rispetto al 2007. Sempre a conferma del forte legame delle nostre comunità. Buono anche l’ascolto del notiziario radio Lombardia News, in collaborazione con Radio Base Mantova.
4) Come si colloca il Portale all’interno del più generale panorama dei mezzi di comunicazione per gli italiani all’estero? Quali sono le specificità?
Il Portale dei Lombardi nel Mondo è l’unico esempio in Italia di collaborazione giornalistico-istituzionale tra una Regione e l’Associazionismo in cui con un finanziamento pubblico molto contenuto, viene svolta sia un’informazione giornalistico-istituzionale a favore delle nostre comunità all’estero e sia una informazione di ritorno e di approfondimento sulle nostre comunità all’estero.
5) Che sviluppi prevede per il futuro del Portale?
Ritengo di fondamentale importanza la possibilità, attraverso il Portale, di avere un continuo aggiornamento sulla cosiddetta nuova “mobilità lombarda nel mondo”, formata sia da coloro che si sono stabiliti all’estero recentemente e permanentemente e sia da coloro che all'estero si recano temporaneamente, ancorché per periodi prolungati: dipendenti di imprese, tecnici e dirigenti, studenti e ricercatori, liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi. In secondo luogo il Portale può assolvere all’importantissimo ruolo di promuovere le opportunità che la Regione Lombardia offre (con particolare riferimento alle nuove generazioni di giovani italiani all’estero) e alla pubblicizzazioni di eventi di importanza internazionale a cominciare dall’Expò di Milano previsto nel 2015.
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Articulos periodisticos en italiano
miércoles, 27 de mayo de 2009
LEZIONE DI TANGO
Marilena Dolci, professoressa mantovana, ci lascia in questa sua bellissima relazione le sue impressioni sul romanzo della scrittrice Elsa Osorio sul cosidetto "messaggero dell'anima del sobborgo": il Tango argentino.
Il romanzo di Elsa Osorio mi ha lasciato una profonda impressione per due motivi: da una parte due personaggi contemporanei, Ana e Luis, intraprendono la stessa ricerca sui propri antenati, che sto cercando di compiere io, in secondo luogo la scrittrice ripercorre la storia dell’Argentina sino al 2001, soffermandosi tuttavia soprattutto sull’età d’oro del paese, cioè il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1930, quando l’Argentina era ricca e per questo attirava tanti emigranti.
Il titolo in italiano non è molto centrato, perché non si parla di lezioni di tango, ma dell’importanza fondamentale che questo ballo ha per l’identità nazionale di quel paese, al punto che il “Tango” interviene spesso nella storia e parla in prima persona.
In spagnolo il titolo è “Cielo de Tango”, la scrittrice infatti immagina che gli uomini e le donne, che sono anche i personaggi del suo romanzo e che in vita erano appassionati ballerini e avevano dedicato se stessi a questo ballo, vivano in un paradiso del tango, dall’alto del quale guardano e commentano le vicende dei propri discendenti.
Sinceramente non pensavo che il tango fosse così fondamentale per gli argentini, né immaginavo che all’inizio fosse considerato un ballo moralmente riprovevole, perché nato tra le puttane e perché esprimeva con i movimenti dei corpi allacciati una grande sensualità.
L’autrice ne fa la storia, ci racconta di come sia passato in Francia, di come si sia modificato nel tempo, ci parla degli artisti che l’hanno suonato, cantato e ballato. Il tango sembra esprimere l’anima più intima e segreta di un popolo, la sua parte migliore e più vera.
La struttura del romanzo è molto complessa perché all’improvviso cambiano i narratori e i tempi dell’azione: entrambi si possono dedurre solo dal contesto, dopo che si è letta qualche riga di ogni parte in cui è diviso il romanzo.
E’ una storia di coppie, di amori passionali, ai quali nessun ostacolo può opporsi e che, anche quando non si realizzano in un’unione, durano tutta la vita, come è il caso di Inés e Miguel.
Nella prima parte del romanzo domina la storia di Vicente e Carlota, lui ricco e non più giovane possidente, lei giovanissima figlia di una mêtresse. Tra alti e bassi, abbandoni e riconciliazioni i due scopriranno solo alla fine di volersi bene, ma a quel punto Vicente, per rispetto della moglie ormai morta non vorrà più frequentarla. Vicente aveva sposato Inés Lasalle che tuttavia amava Miguel, un italiano suonatore di organetti, ma la disparità sociale tra loro era eccessiva: la famiglia Lasalle non permise il matrimonio. Sua figlia Mercedes invece non farà come la madre, ma si ribellerà al volere del padre, andando a convivere con Jordi, un povero insegnante di musica. Questa unione tuttavia sarà infelice, perché Jordi si rivelerà un alcolizzato, allora Mercedes avrà il coraggio di lasciarlo e troverà un nuovo amore in Roberto, che sposerà. Questa vicenda non è molto convincente, perché Jordi sembra all’inizio una bravissima persona e poi all’improvviso ci viene presentato come uno che beve e maltratta la sua donna.
Un’altra storia d’amore è quella di Asunción, che serviva in casa Lasalle, e dell’Oriental, appartenente alla malavita ma molto affascinante e ballerino insuperabile di tango. Dopo essersi impossessato del cuore di Asunción, l’abbandona in prossimità del parto di lei.
C’è un’ulteriore storia d’amore, che non arriverà mai a concretizzarsi: è quella tra Asunción ed Hernán, fratello di Inés. La solita differenza di classe li separerà, comunque Hernán è l’unico uomo positivo del romanzo: libero da pregiudizi, disinteressato al denaro, bello e divertente, ballerino di razza, non potrà tuttavia essere mai del tutto felice forse proprio per questo suo amore “mancato”.
Nella seconda parte in primo piano c’è la generazione successiva, in particolare Juan Montes e Rosa: l’uno musicista, l’altra cantante. Anche in questo caso l’amore, pur invincibile, riesce a farsi strada a fatica, perché Rosa è una donna indipendente, che lotta e rischia per i compagni lavoratori. Deve allontanarsi per questi motivi dall’Argentina, ma poi ritorna con l’idea fissa di diventare una cantante e ci riuscirà. Anche Juan non ha avuto una vita facile: abbandonato alla nascita dal padre, figlio di Asunción, studia musica e insieme lavora, infine suonerà per professione e diventerà un famoso compositore di tanghi.
Francisco, figlio di Inés e Vicente, è anche lui vittima del modo di pensare della sua famiglia: ha portato dalla Francia a vivere con lui una ragazza, che egli ama tantissimo, riamato: Yvonne, ma il padre fa di tutto per staccarlo da lei. Alla fine egli decide di sposare un’altra ed Yvonne, il giorno del matrimonio, lo uccide.
Questo romanzo è anche una storia di classi sociali. Nell’età dell’oro da una parte c’erano coloro che si ritenevano originari dell’Argentina: famiglie ricchissime, come i Lasalle, proprietarie di terre, che vendevano il bestiame all’Europa e agli Stati Uniti, chiuse in un aristocratico isolamento, che negavano ai propri figli la libertà d’amare chi volevano. Dall’altra parte c’erano gli emigranti, gli operai, impegnati nelle lotte sindacali per un salario migliore. Ci sono vari accenni alla democrazia spesso traballante, ai colpi di stato frequenti, alle repressioni contro gli scioperi, anche, ma di sfuggita, ai desaparecidos e alle manifestazioni che accompagnarono il crollo economico dell’Argentina nel 2001.
Prof.ssa Marilena Dolci
Mantova
Il romanzo di Elsa Osorio mi ha lasciato una profonda impressione per due motivi: da una parte due personaggi contemporanei, Ana e Luis, intraprendono la stessa ricerca sui propri antenati, che sto cercando di compiere io, in secondo luogo la scrittrice ripercorre la storia dell’Argentina sino al 2001, soffermandosi tuttavia soprattutto sull’età d’oro del paese, cioè il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1930, quando l’Argentina era ricca e per questo attirava tanti emigranti.
Il titolo in italiano non è molto centrato, perché non si parla di lezioni di tango, ma dell’importanza fondamentale che questo ballo ha per l’identità nazionale di quel paese, al punto che il “Tango” interviene spesso nella storia e parla in prima persona.
In spagnolo il titolo è “Cielo de Tango”, la scrittrice infatti immagina che gli uomini e le donne, che sono anche i personaggi del suo romanzo e che in vita erano appassionati ballerini e avevano dedicato se stessi a questo ballo, vivano in un paradiso del tango, dall’alto del quale guardano e commentano le vicende dei propri discendenti.
Sinceramente non pensavo che il tango fosse così fondamentale per gli argentini, né immaginavo che all’inizio fosse considerato un ballo moralmente riprovevole, perché nato tra le puttane e perché esprimeva con i movimenti dei corpi allacciati una grande sensualità.
L’autrice ne fa la storia, ci racconta di come sia passato in Francia, di come si sia modificato nel tempo, ci parla degli artisti che l’hanno suonato, cantato e ballato. Il tango sembra esprimere l’anima più intima e segreta di un popolo, la sua parte migliore e più vera.
La struttura del romanzo è molto complessa perché all’improvviso cambiano i narratori e i tempi dell’azione: entrambi si possono dedurre solo dal contesto, dopo che si è letta qualche riga di ogni parte in cui è diviso il romanzo.
E’ una storia di coppie, di amori passionali, ai quali nessun ostacolo può opporsi e che, anche quando non si realizzano in un’unione, durano tutta la vita, come è il caso di Inés e Miguel.
Nella prima parte del romanzo domina la storia di Vicente e Carlota, lui ricco e non più giovane possidente, lei giovanissima figlia di una mêtresse. Tra alti e bassi, abbandoni e riconciliazioni i due scopriranno solo alla fine di volersi bene, ma a quel punto Vicente, per rispetto della moglie ormai morta non vorrà più frequentarla. Vicente aveva sposato Inés Lasalle che tuttavia amava Miguel, un italiano suonatore di organetti, ma la disparità sociale tra loro era eccessiva: la famiglia Lasalle non permise il matrimonio. Sua figlia Mercedes invece non farà come la madre, ma si ribellerà al volere del padre, andando a convivere con Jordi, un povero insegnante di musica. Questa unione tuttavia sarà infelice, perché Jordi si rivelerà un alcolizzato, allora Mercedes avrà il coraggio di lasciarlo e troverà un nuovo amore in Roberto, che sposerà. Questa vicenda non è molto convincente, perché Jordi sembra all’inizio una bravissima persona e poi all’improvviso ci viene presentato come uno che beve e maltratta la sua donna.
Un’altra storia d’amore è quella di Asunción, che serviva in casa Lasalle, e dell’Oriental, appartenente alla malavita ma molto affascinante e ballerino insuperabile di tango. Dopo essersi impossessato del cuore di Asunción, l’abbandona in prossimità del parto di lei.
C’è un’ulteriore storia d’amore, che non arriverà mai a concretizzarsi: è quella tra Asunción ed Hernán, fratello di Inés. La solita differenza di classe li separerà, comunque Hernán è l’unico uomo positivo del romanzo: libero da pregiudizi, disinteressato al denaro, bello e divertente, ballerino di razza, non potrà tuttavia essere mai del tutto felice forse proprio per questo suo amore “mancato”.
Nella seconda parte in primo piano c’è la generazione successiva, in particolare Juan Montes e Rosa: l’uno musicista, l’altra cantante. Anche in questo caso l’amore, pur invincibile, riesce a farsi strada a fatica, perché Rosa è una donna indipendente, che lotta e rischia per i compagni lavoratori. Deve allontanarsi per questi motivi dall’Argentina, ma poi ritorna con l’idea fissa di diventare una cantante e ci riuscirà. Anche Juan non ha avuto una vita facile: abbandonato alla nascita dal padre, figlio di Asunción, studia musica e insieme lavora, infine suonerà per professione e diventerà un famoso compositore di tanghi.
Francisco, figlio di Inés e Vicente, è anche lui vittima del modo di pensare della sua famiglia: ha portato dalla Francia a vivere con lui una ragazza, che egli ama tantissimo, riamato: Yvonne, ma il padre fa di tutto per staccarlo da lei. Alla fine egli decide di sposare un’altra ed Yvonne, il giorno del matrimonio, lo uccide.
Questo romanzo è anche una storia di classi sociali. Nell’età dell’oro da una parte c’erano coloro che si ritenevano originari dell’Argentina: famiglie ricchissime, come i Lasalle, proprietarie di terre, che vendevano il bestiame all’Europa e agli Stati Uniti, chiuse in un aristocratico isolamento, che negavano ai propri figli la libertà d’amare chi volevano. Dall’altra parte c’erano gli emigranti, gli operai, impegnati nelle lotte sindacali per un salario migliore. Ci sono vari accenni alla democrazia spesso traballante, ai colpi di stato frequenti, alle repressioni contro gli scioperi, anche, ma di sfuggita, ai desaparecidos e alle manifestazioni che accompagnarono il crollo economico dell’Argentina nel 2001.
Prof.ssa Marilena Dolci
Mantova
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