E’ un disco di
metallo -più o meno prezioso, coniato o fuso- recante in rilievo un'immagine
sacra o profana, spesso accompagnata da un'iscrizione. Le medaglie possono essere commemorative o celebrative di un avvenimento o di un personaggio
famoso. Le medaglie ebbero
una vasta diffusione nell'Antica Roma. Attualmente tutti gli stati del mondo le riservano in
caso di alte onorificenze.
Per onorificenza, cosa si intende? Si intende un segno di onore che viene concesso da un'autorità in riconoscimento di particolari atti benemeriti.
Allora, definiamo la benemerenza. E’ il merito acquisito e riconosciuto in un dato campo di attività.
Appunto. Mettiamo che il campo di attività, di cui vogliamo parlare, sia la guerra.
Qualcuno l’ha definita come il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano tra di loro.
Per onorificenza, cosa si intende? Si intende un segno di onore che viene concesso da un'autorità in riconoscimento di particolari atti benemeriti.
Allora, definiamo la benemerenza. E’ il merito acquisito e riconosciuto in un dato campo di attività.
Appunto. Mettiamo che il campo di attività, di cui vogliamo parlare, sia la guerra.
Qualcuno l’ha definita come il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano tra di loro.
Ci volevano dei chiarimenti
prima di arrivare al dunque.
Indubbiamente, la
Grande Guerra fu l’avvenimento più drammatico e doloroso della storia dell’Italia
moderna.
Benché ancora
oggi non si sanno le cifre precise, essa avrebbe costato all'Italia la vita di 651.000
soldati e 589.000 civili, cioè complessivamente 1.240.000 vittime.
In quei soli 3
anni di conflitto, gli atti benemeriti individuali e collettivi dovrebbero
essere tanti benché le decorazioni consegnate mica furono tante.
Bisogna dire che dall'entrata
dell’Italia in guerra -24 maggio 1915- fino alla disfatta di Caporetto avvenuta
nella 12 ma. Battaglia dell’Isonzo - 24
ottobre 1917- il macello fu spaventoso grazie alla strategia delle “spallate” portata
avanti da Cadorna.
Il 10 ottobre 1915, tra la 2 da. e la 3 za. Battaglia
dell’Isonzo, perse la vita il soldato 1 ma. Classe appartenente alla 3°.
Compagnia, 1 mo. Battaglione, 15 mo. Reggimento della Brigata Savona, Angelo Garrappa.
Su questo particolare
ho già parlato e scritto in precedenza.
Aldilà di tutto
ciò che si possa speculare al riguardo, l’evento di ricordare ogni Caduto nel
Centenario della Grande Guerra 2014-2018, da parte della Regione Friuli Venezia
Giulia e il Ministero della Difesa, ritengo sia giusto e meritevole.
Citare i 529.025
Caduti iscritti nell'Albo d’Oro e consegnare una bellissima medaglia ricordo ai
famigliari del Caduto, è senz'altro una prova di riconoscenza verso del
contributo di sangue dato da tante famiglie all'unità d’Italia.
Benché sono nato in Argentina,
sono italiano.
Non solo per avere il passaporto
amaranto ma perché il mio sangue è italiano e la forza del sangue è molto più
forte del luogo di nascita.
Sono cresciuto a fianco di mio
prozio Felice Garrappa, reduce della Grande Guerra e nonno adottivo per la mancanza
prematura di nonno Gaetano.
Fu proprio lui ad insegnarmi la
lingua italiana e raccontarmi tra l’altro, la dolorosa scomparsa del suo
fratello Angelo sul fronte del Carso.
Fu proprio lui a portare da noi l’ultima
cartolina postale militare scritta di proprio pugno dal suo fratello ventenne.
Mai seppi dove andò a finire il
passaporto di Felice perché forse smarrito in una valigia pure smarrita in
qualche solita sistemazione famigliare. Mai seppi perche quella
ingiallita cartolina postale, nonostante tutto ciò, rimasse nelle mie mani fino
ad oggi.
Ora lo so bene.
Sia Felice sia il destino, vorrebbero
che io fosse la persona che concludesse questo capitolo epico della storia
famigliare.
La vita è piena di segnali e
messaggi criptati che bisogna scoprire e capire, meglio prima che dopo.
Il Buon Dio, che mi vuole tanto
bene, mi ha regalato questa possibilità di avverare il sogno mancato di Felice,
cioè di ritrovare Angelo nel silenzio del Sacrario di Redipuglia e pregare per
l’eterno riposo in pace delle centomila anime che vagano tra le pietre bianche
del Carso.
Ce l’ho fatta. Grazie infinite.
Però a farcela non c’ho pensato
solo io ma specie mia moglie che mi accompagno in tutta questa avventura dal
primo momento ed altrettante persone gentili, disponibili e affabili che
entrarono nella mia vita all'improvviso, come angeli, per arricchire quel che
resta della mia esistenza.
Ugo, cercando famigliari in
Argentina su Internet, mi fece sapere sul programma delle Onoranze ai Caduti
della Grande Guerra e sulla possibilità di richiedere la consegna della
medaglia ricordo.
Andrea, con lui invece ci
colleghiamo proprio per due semplici parole: Barbarano Vicentino. Posto di
destinazione di Felice comparso sul suo foglio matricolare militare.
Senza conoscermi di persona,
Andrea si offri gentilmente a portarmi in macchina alla consegna della medaglia
e conoscere Barbarano che, in quel lontano 1917, fu poligono di tiro del Regio
Esercito. Proprio li, il Caporale Mitragliere Felice Garrappa, venne addestrato
nell’uso della mitragliatrice Fiat Revelli 1914.
Con entrambi due e le loro intere
famiglie abbiamo vissuto dei giorni che non dimenticherò mai. Ecco perche sono un uomo molto fortunato.
Redipuglia è il più grande
Sacrario Militare Italiano, eretto sul versante occidentale del monte Sei Busi il
quale, durante la Grande Guerra, fu tenacemente difeso dalle truppe austriache perché
gli consentiva di dominare parte del tavolato carsico e bloccare qualsiasi ulteriore
attacco italiano sul Monte Hermada.
Questo Sacrario custodisce i
resti mortali di 100.187 Caduti, di cui 39.857 noti e 60.330 ignoti, tra cui
Angelo.
Camminando verso il Piazzale del Sacrario, in
testa ai famigliari dei caduti, mi meraviglio della magnificenza di questo
capolavoro dell’architetto Giovanni
Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.
La grossa catena d’ancora, della
torpediniera austriaca “Grado”, recinge simbolicamente il posto Sacro ma non è
ostacolo per la colonna che continua la marcia silenziosa sulla Via Eroica tra le
due file di targhe dì bronzo che portano il nome di ogni località dove più
aspra e sanguinosa fu la lotta.
Più in avanti e dietro la
Tomba del Duca d’Aosta e i suoi generali, più solenni si alzano i 22 gradoni
che custodiscono, in ordine alfabetico, i resti mortali di 40.000 caduti noti
cui nomi figurano incisi in singole lapidi di bronzo.
Il complesso, concettualmente
rassomiglia molto ad un poderoso e perfetto schieramento d’una intera grande armata
di centomila soldati con a capo il suo Comandante e i suoi Generali. Alla sommità, il profilo
inconfondibile di tre grandi croci di bronzo, simbolo del sacrificio divino e
speranza di ascesa a Dio. Semplicemente
sconvolgente.
La cerimonia ormai
sta per cominciare. A passo di corsa arriva la fanfara dei Bersaglieri suonando
la “Leggenda del Piave”.
Le autorità
civili e militari ci sono già sul posto. Il Presidente della Regione Friuli
Venezia Giulia Debora Serracchiani, il
comandante militare Esercito della Regione Fvg, Bruno Morace, i presidenti
interregionale e regionale dell'Associazione nazionale Bersaglieri, Camillo
Ferroni e Giuseppe Iacca e l sindaco di Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris
tra l’altro.
A mio fianco si
schierano le Associazioni Nazionali Alpini con i loro stendardi e i loro
cappelli di feltro verde con la penna nera e gli altri familiari dei caduti.
Il gonfaloniere che
mi sta vicino si sorprende nel sapere che vengo dall'Argentina a prendere la
medaglia ricordo ad un caduto.
Il sole splende
... il caldo è feroce ma non si sente.
Alle 10 precise
del mattino del sabato 24 giugno 2017, la fanfara suona il Silenzio. Quattro soldati porta corona, in
divisa grigio verde dell’epoca della Grande Guerra, portano a passo lento, la
corona di fiori che poggiano davanti alla tomba del Duca d’Aosta.
Nelle pinete
circostanti, corvi e merli si associano al silenzio della folla che gremisce la
spianata. In seguito, l’Inno
di Mameli viene suonato e cantato con grande emozione da tutti dopodiché il
cerimoniere prepara il tavolino con le medaglie con a fianco la campana ed il
campanaro.
Eccomi qua preso a
sorpresa dallo speaker, “Soldato 15 mo.
Reggimento Fanteria, Garrappa Angelo…riceve la medaglia Alberto Garrappa...” il campanaro suona una volta la campana…
il suono si espande aldilà del Sacrario verso il cielo … la prima medaglia viene
consegnata a me!.
Lascio il mio posto con il nodo in gola e, a passo fermo, mi avvicino al tavolino in cui il capo dell’Associazione Bersaglieri, il Sindaco di Fogliano ed altri aspettano con la scatoletta della medaglia. Sono commosso, mi tremano le mani comunque prendo la medaglia e ringrazio il gesto con una stretta di mano.
Lascio il mio posto con il nodo in gola e, a passo fermo, mi avvicino al tavolino in cui il capo dell’Associazione Bersaglieri, il Sindaco di Fogliano ed altri aspettano con la scatoletta della medaglia. Sono commosso, mi tremano le mani comunque prendo la medaglia e ringrazio il gesto con una stretta di mano.
Con un filo di
voce li dico che vengo dall'Argentina a prendere questa medaglia. Un po’ sorpresi fanno
sapere a voce quello che sembra di essere un accadimento mai pensato da nessuno.
Intorno a me, autorità civili, militari e famigliari mi regalano un emotivo e prolungato
applauso.
Mollo inesorabilmente
e scoppio in pianto… mi viene in mente Angelo… Felice… pure mio padre… La medaglia
raffigurante da un lato il Logo del Governo per il Centenario della Grande
Guerra col nome inciso di Angelo e, dall'altra, la statua presente nel Cimitero
degli Eroi di Aquileia, finalmente ce l’ho!
Quanto vale
questa medaglia?
Magari materialmente poco però dal punto vista affettivo,
molto e ne valse la pena aver fatto tutto ciò che abbiamo fatto per toccare il
cielo con le mani. (A continuacion la traduccion al español)
EL VALOR DE UNA MEDALLA
Que es una medalla?
Es un disco de metal –más o menos precioso, acuñado o
fundido- que muestra en relieve una imagen sacra o profana, frecuentemente acompañada
de una inscripción.
Las
medallas pueden ser conmemorativas o celebrativas de un acontecimiento
o de un personaje famoso.
Tuvieron una vasta difusión en la Antigua Roma. Actualmente todos los estrado del mundo las reservan en caso de alta distinción
honorifica.
Por distinción
honorifica, que se entiende?
Se entiende un signo de honor que viene concedido por
una autoridad en reconocimiento de particulares actos beneméritos.
Entonces, definamos benemérito.
Merecedor de una
distinción, digno de ser recompensado o galardonado en algún campo de actividad.
Pongamos pues que el campo de actividad, del que queremos hablar,
sea la guerra.
Alguna vez se la ha definido como la masacre de personas que
no se conocen, por cuenta de personas que se conocen pero que no se masacran
entre ellos.
Eran necesarias algunas aclaraciones
antes de ir al grano.
Indudablemente, la Gran Guerra fue el acontecimiento
más dramático y doloroso de la historia de la Italia moderna.
Si bien aun hoy no se saben las cifras
precisas, ella habría costado a Italia la vida de 651.000 soldados y 589.000
civiles, totalizando 1.240.000 víctimas.
En solo aquellos 3 años de conflicto, los
actos beneméritos individuales y colectivos debieron ser muchos si bien las
condecoraciones entregadas no fueron tantas.
En necesario decir que desde la entrada de Italia a
la guerra -24 mayo 1915- hasta la derrota de Caporetto en la 12a. Batalla del Isonzo
- 24 octubre 1917- la carnicería fue espantosa gracias a la estrategia
de “paladas” de Cadorna.
El
10 octubre 1915, entre la 2a. y la 3a. Batalla del Isonzo, perdió la vida el
soldado 1a. Clase perteneciente a la 3°. Compañía, 1° Batallón, 15° Regimiento
Brigada Savona, Angelo Garrappa.
Sobre lo que ya he hablado
precedentemente.
Más allá de toda especulación, el evento
de recordar cada Caído en el Centenario de la Gran Guerra 2014-2018, por parte
de la Región Friuli Venezia Giulia y el Ministerio de la Defensa, entiendo sea
justo y merecido.
Citar los 529.025 Caídos inscriptos en
el Álbum de Oro y entregar una bellísima medalla recordatoria a los familiares
del Caído, es sin duda una prueba de reconocimiento por la contribución de
sangre dada por tantas familias –como la nuestra- a la unidad de Italia.
Si bien soy nacido en Argentina, soy italiano. No por tener el pasaporte
amaranto sino porque mi sangre es italiana y la fuerza de la sangre es mucho más
fuerte que el lugar de nacimiento.
He crecido al lado de mi tío abuelo Felice Garrappa, ex combatiente de la
Gran Guerra y abuelo adoptivo ante la ausencia prematura del nono Gaetano.
Fue justo el quien me enseño la lengua italiana y me conto entre otras
cosas, la dolorosa desaparición de su hermano Angelo en el frente del Carso.
Fue justo el quien llevo a mi casa la ultima postal militar escrita de puño
y letra de su hermano de apenas 19 años.
Nunca supe donde fue a terminar el pasaporte de Felice porque se perdió
en una valija que también se perdió en algún cambio familiar.
Nunca supe porque aquella amarillenta postal de cartulina, no obstante
todo, quedo en mis manos hasta hoy.
Ahora lo sé muy bien.
Sea Felice y el destino quisieron que yo fuese la persona que concluyese
este capítulo épico de la historia familiar.
La vida está llena de señales y mensajes encriptados que se necesitan
descubrir y comprender, mejor antes que después.
El Buen Dios, que me quiere tanto, me ha regalado la posibilidad de realizar
el sueño inconcluso de Felice: rencontrar a Angelo en el silencio del Sacrario
de Redipuglia y rezar una plegaria por el eterno descanso en paz de las cien
mil almas que vagan entre esas piedras blancas del Carso.
Lo he logrado. Infinitas gracias.
Pero para lograrlo no me he ocupado solo yo sino mi esposa Any que me
acompaño en toda esta aventura desde el primer momento y otras tantas personas gentiles,
disponibles y afables que entraron en mi vida de improviso, como angeles, para
ayudarme a realizar este sueño y enriquecer lo que resta de mi existencia.
Ugo, cercando por Internet familiares en Argentina, me hizo saber sobre
el programa de Honores a los Caídos de la Gran Guerra y sobre la posibilidad de
requerir la entrega de la medalla recuerdo.
Con Andrea, investigador y coleccionista de la Gran Guerra, nos
conectamos por dos simples palabras: Barbarano Vicentino. Uno de los lugares de
destino de Felice aparecido en su Folio matricular militar.
Sin siquiera conocerme en persona, Andrea se ofrecio gentilmente a llevarme
en auto a la entrega de la medalla y conocer Barbarano que, en 1917, fue el Polígono
de Tiro del Regio Ejercito donde el Caporale Mitragliere Felice Garrappa fue
adiestrado en el uso de la ametralladora Fiat Revelli 1914.
Con ambos y sus familias hemos vivido algunos días que no podremos
olvidar jamás.
He aquí porque me considero un hombre afortunado.
Redipuglia es el más grande Sacrario Militare Italiano, erigido sobre la
ladera occidental del monte Sei Busi que, durante la Gran Guerra, fue tenazmente
defendido por las tropas austriacas porque les permitía dominar parte del
escalonado carsico y bloquear cualquier ataque al Monte Hermada.
Este Sacrario custodia los restos mortales de 100.187 Caídos, de los
cuales 39.857 conocidos y 60.330 desconocidos, entre ellos Angelo.
Caminando
hacia el Piazzale del Sacrario, a la cabeza de los familiares, me impresiono
con la magnificencia del trabajo proyectado por el arquitecto Giovanni
Greppi y el escultor Giannino Castiglioni.
La gruesa cadena del ancla de la torpedera
austriaca “Grado”, clausura simbólicamente el lugar Sacro que no es un obstáculo
para la columna que continua su marcha silenciosa, bajo el sol del sábado 24 de
junio, por la Via Eroica entre esas dos filas de placas de bronce que llevan el
nombre de cada localidad donde mas áspera y sangrienta fue la lucha.
Más adelante se alzan solemnes, detrás de la Tumba
del Duque de Aosta, los 22 escalones que custodian, en orden alfabético, los
restos mortales de 40.000 caídos cuyos nombres figuran grabados en individuales
lapidas de bronce.
El conjunto, conceptualmente, asemeja mucho a una poderosa
y perfecta disposición de un entero ejercito de cien mil soldados con su
comandante y generales a la cabeza.
En la cima del monumento, el perfil inconfundible de
tres grandes cruces de bronce, símbolo del sacrificio divino y la esperanza de llegada
a Dios.
Simplemente majestuoso.
La ceremonia ya está por comenzar. A la
carrera llega la fanfarria de Bersaglieri sonando la “Leggenda del Piave”. Las autoridades civiles y militares estan
ya en su lugar. El Presidente de la Region Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, el comandante militar Ejercito de la
Region Fvg, Bruno Morace, los presidentes interregional y regional de la
Associazione nazionale Bersaglieri, Camillo Ferroni y Giuseppe Iacca y el
Intendente de Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris entre otros.
A mi lado se alinean las Associaziones
Nacionales Alpinas con sus estandartes e sus sombreros de fieltro verde con la
pluma negra.
El porta estandarte se sorprende al saber
que vengo desde la Argentina a recibir la medalla a un caído.
El sol esplende.
A las 10 en punto de la mañana la
fanfarria suena el Silenzio. Cuatro soldados porta corona, dos de ellos en uniforme
gris verdoso de la epoca della Gran Guerra, llevan a paso lento, una corona de
flores que apoyan sobrea la tumba del Emanuele Filiberto, Duque de Aosta.
En los pinares circundantes, los
cuervos y mirlos se unen al silencio de la muchedumbre que inunda la explanada.
Enseguida el himno de Mameli es
cantado con gran emoción por todos los presentes para dar paso al maestro de
ceremonia a preparar la mesa con las medallas y a su lado la campana y el
campanillero.
Heme aquí, tomado por sorpresa por el
speaker. “Soldado 15o. Regimiento
Infantería, Garrappa Angelo…recibe la medalla Alberto Garrappa..." el campanillero suena una vez la campana … su tañido
rompe el silencio …
La primera medalla es entregada justo
a mí...
Dejo mi puesto en la fila con un nudo
en la garganta y a paso firme me dirijo hacia la mesa donde el Jefe de la la Associazione
Bersaglieri y el Intendente de Fogliano esperan con el estuche de la medalla.
Agradezco con un hilo de voz y un apretón
de mano y les hago saber que he venido desde la Argentina a recibir esta
medalla.
Visiblemente estupefactos hacen saber
a viva voz aquello que parece ser un acontecimiento asombroso e impensado.
A mi alrededor, autoridades civiles,
militares y familiares me regalan un emotivo y prolongado aplauso … aflojo inexorablemente.
Exploto en llanto … recuerdo a Angelo
… a Felice …
La medalla con el logo del Gobierno por
el Centenario de la Gran Guerra y grabado el nombre de Angelo de un lado y, del
otro la estatua presente en el Cementerio de los Héroes de Aquileia, finalmente
está en mis manos!
Cuánto vale?
Quizás materialmente poco pero desde el
punto de vista afectivo, mucho.
Valió la pena haber hecho este largo viaje hasta
el otro lado del océano para tocar el cielo con las manos.