"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



miércoles, 1 de septiembre de 2010

L’ARGENTINA VISTA DA UN RAGAZZO LOMBARDO-PIEMONTESE

Federico Compiani, figlio di Ennio e Silvana Ressia, è un ragazzo fossanese che abita in via Maccalè di Borgo San Bernardo e visita per la prima volta Rafaela, fino al 6 settembre.
Di solito, quando dei ragazzi italiani vengono giù da noi, ci pensiamo a loro e cerchiamo di fargli un’intervista per saperne qualcosa in più.
Combinare un’appuntamento con Federico mi è stato ancora più semplice di quanto lo pensavo perche lui frequenta la stessa Scuola Tecnica in cui lavoro da anni.
Anzi, accettò pure l’invito a visitare il Corso d’Italiano basico che si svolge quest’anno presso il Centro di Formazione Professionale (foto con Gabriela ed Ariel, allievi del corso).
Federico è alto circa 1,65, buone forme fisiche, molto formale e chiaro nell’esprimere i suoi concetti.
Assieme Mariano Daniele, il suo ospitante, si è seduto in Sala Professori davanti a me, pronto a rispondere alle mie domande.
Mi racconta che suo padre è cremonese, cioè di origine lombarda, mentre la mamma è di origine piemontese di Cortemiglia.
I Compiani hanno -a Fossano- un’azienda famigliare di commercializzazione di pneumatici che gestiscono i genitori Ennio e Silvana. La famiglia di Federico si completa con Niccolò, suo fratello maggiore, che oggi ne ha ventuno anni.
Il motivo della sua presenza nella nostra città è lo scambio di cooperazione tra l’ITIS di Fossano e la Scuola Tecnica N° 460 di Rafaela, nell’ambito del gemellaggio tra le due città in vigore dal 1996.
“La famiglia Daniele è molto ospitale e generosa, da loro mi sento a mio agio, non mi fanno mancare niente, proprio come se fossi a casa mia” dice Federico sulla famiglia che lo ospita a Rafaela.
“I Ragazzi argentini sono più aperti dei nostri, da noi è più difficile stabilire un rapporto di amicizia in Italia, qui invece nel giro di pochi giorni ero già uno di loro” continua Federico.
“Prima di venire giù pensavo di trovare persone più diverse di quello che davvero sono, ma l’Argentina, come luogo, è un po’ come me lo aspettavo, pianure immense, meravigliose cascate, colline nell’entroterra e grosse città come Buenos Aires, insomma particolare e diverso, sorprendente” -e aggiunge- “pensavo ad un Paese più arretrato ed invece ho trovato uno tecnologicamente come il nostro in molti aspetti, benche non ci sono treni, però se la cavano bene con gli autobus”.
Alla domanda sull’insegnamento tecnico in Argentina a confronto dell’Italia, il giovane risponde: “A mio avviso l’apprendimento è abbastanza simile al nostro, le competenze sono quasi le stesse benché in Italia si lavora di meno sul piano pratico e più su quello teorico. Per quanto riguarda la disciplina, in Italia è più rigorosa di qui, mai si scherza con il professore, il rapporto in somma è più freddo e formale”.
A Federico piace il basket, più del calcio, e riunirsi con il gruppo giovanile del borgo al cui appartiene –San Bernardo- che organizza diverse attività comprese passeggiate e gite in campagna.
In conversazione con alcuni alunni del corso, Federico ha ammesso che “un giovane deve seguire una carriera universitaria sempre e quando sia certo di quello che vuole fare in futuro, io non condivido quello che fanno molti giovani italiani che frequentano l’università solo per essere mantenuti dalle loro famiglie”.
Com’è andato a finire Federico dalla famiglia Daniele? Capita che, nel febbraio scorso, Mariano si era fermato a casa Compiani per un bel mesetto.
“Ero anche preoccupato perche non conoscevo la lingua invece nel giro di tre o quattro giorni mi sono integrato e sono riuscito a comunicarmi con gli amici più di quanto lo pensassi” -dice Fede esultante- “Conoscere due realtà cosi diverse contribuisce ad aprire di più la mia mente, a scoprire altri nuovi punti di vista”.
Una delle abitudini più caratteristiche degli argentini è senz’altro il mate. Un’infusione che a molti sembra un’abitudine antigienica perche ognuno, al suo turno, succhia dalla stessa cannuccia.
Cosa ne pensa Federico al riguardo: “il mate, anche se un’abitudine po’ strana, permette un approccio personale più diverso dal nostro, meno formale ma più sincero, insomma mi è piaciuto tanto sia caldo che freddo, sempre con un po’ di zucchero ”.
Quando è che rientrerai in Italia?
“6 settembre parto da Buenos Aires per Roma, il 7 arriverò a Torino Caselle e dall’8 in poi riprenderò la mia vita, però non dimenticherò mai questi meravigliosi giorni passati a Rafaela”.
La partenza di Federico lascerà senz’altro un vuoto tra i suoi amici rafaelini, perciò Mariano chiude la nostra intervista con un sentito pensiero: “Federico tornerà a casa sua e noi rimarremo un po’ tristi”.