"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



lunes, 20 de junio de 2016

GARRAPPA TRA LE CASATE NOBILIARI DI MONOPOLI


BREVE PRESENTAZIONE DELLE CASATE NOBILIARI  IN MONOPOLI

Le casate di famiglie che nel passato di Monopoli godettero gli agi e i fastigi della nobiltà, erano uno “strato” a sé stante, separato cioè dal resto della popolazione.   Esse erano ricche di terre, di immobili e di prestigio, e conservarono per secoli il ruolo primario avuto in sorte con la nascita e conservato anche con vincoli di parentela che i matrimoni consentivano di allacciare. Una fitta rete di “consanguinei” e affinità, quasi a protezione e difesa.   Nobiltà che ebbe un ruolo nella storia civile della città, in quanto per esempio, furono prestati migliaia di ducati (senza mai ritornare) all’Università, da parte degli Indelli, Palmieri, Ammazzalorsa, i Galderisi, i Manfredi, i Garrappa, i Carbonelli ed altri) o che tentavano di aggregarsi, fenomeno comune in tutte le città con separazione di ceti, le famiglia della seconda piazza: dottori di medicina e di legge, notai o ricchi mercanti.   Insieme, questi due ceti hanno dato a Monopoli uomini “illustri” : uomini di lettere, di medicina, di legge, di chiesa o d’arme. In buona parte provenivano dal seminario di Monopoli, nel quale si sentivano chiamare i nomi dei giovani Indelli, Palmieri, Acquaviva, Garrappa, Pirrelli, Romanelli, Accinni, Farnararo, Taveri, Antonelli, Affatati..che studiavano grammatica, scienze, legge civile e canonica, filosofia, teologia…   Alcuni completarono il ciclo degli studi e alcuni si “graduarono” a Napoli o Roma. Altri invece studiarono fuori Monopoli, come due Affatati nel collegio di Francavilla o alcuni figli, nobili, di Carbonelli e Manfredi nel seminario di Matera. Altri invece presero lezioni in casa, come Muzio Sforza.    Sicuramente Monopoli deve molto alla famiglia Palmieri, poiché anche l’abbellimento della città con palazzi, chiese e cappelle, ville e masserie lo si deve proprio a questa nobile e prestigiosa famiglia.   Altre famiglie e altri nobili hanno altresì contribuito, in quanto ritroviamo nel territorio monopolitano masserie, (Conchia, Caramanna, Ciminiera, Cavallerizza e tante altre), altri edifici, palazzi, proprietà terriere.. Elemento tipico del territorio monopolitano, le masserie, furono dotate di   chiesette private; le 2 stesse masserie e le ville furono “abbellite” con piccoli giardini di agrumi, “frutti bianchi”, mandorleti, oltre che a dotarli di pozzi, palmenti, ed aie per il grano.    

Notizie tratte da: - Pirrelli Michele, “Monopoli Illustre. Casate e Cognomi Monopolitani” Vol I  ‐ Vol II , Italia Grafica, 1998; - C.R.S.E.C “ Tra i muri della Storia  Materiali per un viaggio nel cuore di Monopoli” Regione Puglia, Assessorato alla Pubblica Istruzione ‐ Quadernetti d’identità territoriale   n° 05, 2002.   
Ricerca effettuata da Angela Marasciulo. Servizio Civile 2012 . Comune di Monopoli. «Progetto Espressioni d'identità» 16 Aprile 2013

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