"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



viernes, 21 de julio de 2017

IL VALORE DI UNA MEDAGLIA

Di Jorge Alberto Garrappa


Cos'è una medaglia?
E’ un disco di metallo -più o meno prezioso, coniato o fuso- recante in rilievo un'immagine sacra o profana, spesso accompagnata da un'iscrizione. Le medaglie possono essere commemorative o celebrative di un avvenimento o di un personaggio famoso. Le medaglie ebbero una vasta diffusione nell'Antica Roma. Attualmente tutti gli stati del mondo le riservano in caso di alte onorificenze. 
Per onorificenza, cosa si intende? Si intende un segno di onore che viene concesso da un'autorità in riconoscimento di particolari atti benemeriti. 
Allora, definiamo la benemerenza. E’ il merito acquisito e riconosciuto in un dato campo di attività. 
Appunto. Mettiamo che il campo di attività, di cui vogliamo parlare, sia la guerra.
Qualcuno l’ha definita come il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano tra di loro.
Ci volevano dei chiarimenti prima di arrivare al dunque.
Indubbiamente, la Grande Guerra fu l’avvenimento più drammatico e doloroso della storia dell’Italia moderna.
Benché ancora oggi non si sanno le cifre precise, essa avrebbe costato all'Italia la vita di 651.000 soldati e 589.000 civili, cioè complessivamente 1.240.000 vittime.
In quei soli 3 anni di conflitto, gli atti benemeriti individuali e collettivi dovrebbero essere tanti benché le decorazioni consegnate mica furono tante.

Bisogna dire che dall'entrata dell’Italia in guerra -24 maggio 1915- fino alla disfatta di Caporetto avvenuta nella 12 ma. Battaglia dell’Isonzo - 24 ottobre 1917- il macello fu spaventoso grazie alla strategia delle “spallate” portata avanti da Cadorna.

Il 10 ottobre 1915, tra la 2 da. e la 3 za. Battaglia dell’Isonzo, perse la vita il soldato 1 ma. Classe appartenente alla 3°. Compagnia, 1 mo. Battaglione, 15 mo. Reggimento della Brigata Savona,  Angelo Garrappa.

Su questo particolare ho già parlato e scritto in precedenza.
Aldilà di tutto ciò che si possa speculare al riguardo, l’evento di ricordare ogni Caduto nel Centenario della Grande Guerra 2014-2018, da parte della Regione Friuli Venezia Giulia e il Ministero della Difesa, ritengo sia giusto e meritevole.
Citare i 529.025 Caduti iscritti nell'Albo d’Oro e consegnare una bellissima medaglia ricordo ai famigliari del Caduto, è senz'altro una prova di riconoscenza verso del contributo di sangue dato da tante famiglie all'unità d’Italia.
Benché sono nato in Argentina, sono italiano.
Non solo per avere il passaporto amaranto ma perché il mio sangue è italiano e la forza del sangue è molto più forte del luogo di nascita.
Sono cresciuto a fianco di mio prozio Felice Garrappa, reduce della Grande Guerra e nonno adottivo per la mancanza prematura di nonno Gaetano.
Fu proprio lui ad insegnarmi la lingua italiana e raccontarmi tra l’altro, la dolorosa scomparsa del suo fratello Angelo sul fronte del Carso.
Fu proprio lui a portare da noi l’ultima cartolina postale militare scritta di proprio pugno dal suo fratello ventenne.
Mai seppi dove andò a finire il passaporto di Felice perché forse smarrito in una valigia pure smarrita in qualche solita sistemazione famigliare. Mai seppi perche quella ingiallita cartolina postale, nonostante tutto ciò, rimasse nelle mie mani fino ad oggi.
Ora lo so bene.
Sia Felice sia il destino, vorrebbero che io fosse la persona che concludesse questo capitolo epico della storia famigliare.
La vita è piena di segnali e messaggi criptati che bisogna scoprire e capire, meglio prima che dopo.
Il Buon Dio, che mi vuole tanto bene, mi ha regalato questa possibilità di avverare il sogno mancato di Felice, cioè di ritrovare Angelo nel silenzio del Sacrario di Redipuglia e pregare per l’eterno riposo in pace delle centomila anime che vagano tra le pietre bianche del Carso.
Ce l’ho fatta. Grazie infinite.
Però a farcela non c’ho pensato solo io ma specie mia moglie che mi accompagno in tutta questa avventura dal primo momento ed altrettante persone gentili, disponibili e affabili che entrarono nella mia vita all'improvviso, come angeli, per arricchire quel che resta della mia esistenza.
Ugo, cercando famigliari in Argentina su Internet, mi fece sapere sul programma delle Onoranze ai Caduti della Grande Guerra e sulla possibilità di richiedere la consegna della medaglia ricordo.
Andrea, con lui invece ci colleghiamo proprio per due semplici parole: Barbarano Vicentino. Posto di destinazione di Felice comparso sul suo foglio matricolare militare. 
Senza conoscermi di persona, Andrea si offri gentilmente a portarmi in macchina alla consegna della medaglia e conoscere Barbarano che, in quel lontano 1917, fu poligono di tiro del Regio Esercito. Proprio li, il Caporale Mitragliere Felice Garrappa, venne addestrato nell’uso della mitragliatrice Fiat Revelli 1914.
Con entrambi due e le loro intere famiglie abbiamo vissuto dei giorni che non dimenticherò mai. Ecco perche sono un uomo molto fortunato. 
Redipuglia è il più grande Sacrario Militare Italiano, eretto sul versante occidentale del monte Sei Busi il quale, durante la Grande Guerra, fu tenacemente difeso dalle truppe austriache perché gli consentiva di dominare parte del tavolato carsico e bloccare qualsiasi ulteriore attacco italiano sul Monte Hermada.
Questo Sacrario custodisce i resti mortali di 100.187 Caduti, di cui 39.857 noti e 60.330 ignoti, tra cui Angelo.
Camminando verso il Piazzale del Sacrario, in testa ai famigliari dei caduti, mi meraviglio della magnificenza di questo capolavoro dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.
La grossa catena d’ancora, della torpediniera austriaca “Grado”, recinge simbolicamente il posto Sacro ma non è ostacolo per la colonna che continua la marcia silenziosa sulla Via Eroica tra le due file di targhe dì bronzo che portano il nome di ogni località dove più aspra e sanguinosa fu la lotta.
Più in avanti e dietro la Tomba del Duca d’Aosta e i suoi generali, più solenni si alzano i 22 gradoni che custodiscono, in ordine alfabetico, i resti mortali di 40.000 caduti noti cui nomi figurano incisi in singole lapidi di bronzo.
Il complesso, concettualmente rassomiglia molto ad un poderoso e perfetto schieramento d’una intera grande armata di centomila soldati con a capo il suo Comandante e i suoi Generali. Alla sommità, il profilo inconfondibile di tre grandi croci di bronzo, simbolo del sacrificio divino e speranza di ascesa a Dio. Semplicemente sconvolgente.
La cerimonia ormai sta per cominciare. A passo di corsa arriva la fanfara dei Bersaglieri suonando la “Leggenda del Piave”.
Le autorità civili e militari ci sono già sul posto. Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, il comandante militare Esercito della Regione Fvg, Bruno Morace, i presidenti interregionale e regionale dell'Associazione nazionale Bersaglieri, Camillo Ferroni e Giuseppe Iacca e l sindaco di Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris tra l’altro.
A mio fianco si schierano le Associazioni Nazionali Alpini con i loro stendardi e i loro cappelli di feltro verde con la penna nera e gli altri familiari dei caduti.
Il gonfaloniere che mi sta vicino si sorprende nel sapere che vengo dall'Argentina a prendere la medaglia ricordo ad un caduto. 
Il sole splende ... il caldo è feroce ma non si sente.
Alle 10 precise del mattino del sabato 24 giugno 2017, la fanfara suona il Silenzio. Quattro soldati porta corona, in divisa grigio verde dell’epoca della Grande Guerra, portano a passo lento, la corona di fiori che poggiano davanti alla tomba del Duca d’Aosta.
Nelle pinete circostanti, corvi e merli si associano al silenzio della folla che gremisce la spianata. In seguito, l’Inno di Mameli viene suonato e cantato con grande emozione da tutti dopodiché il cerimoniere prepara il tavolino con le medaglie con a fianco la campana ed il campanaro.
Eccomi qua preso a sorpresa dallo speaker, “Soldato 15 mo. Reggimento Fanteria, Garrappa Angelo…riceve la medaglia Alberto Garrappa...” il campanaro suona una volta la campana… il suono si espande aldilà del Sacrario verso il cielo … la prima medaglia viene consegnata a me!. 
Lascio il mio posto con il nodo in gola e, a passo fermo, mi avvicino al tavolino in cui il capo dell’Associazione Bersaglieri, il Sindaco di Fogliano ed altri aspettano con la scatoletta della medaglia. Sono commosso, mi tremano le mani comunque prendo la medaglia e ringrazio il gesto con una stretta di mano. 
Con un filo di voce li dico che vengo dall'Argentina a prendere questa medaglia. Un po’ sorpresi fanno sapere a voce quello che sembra di essere un accadimento mai pensato da nessuno. Intorno a me, autorità civili, militari e famigliari mi regalano un emotivo e prolungato applauso.
Mollo inesorabilmente e scoppio in pianto… mi viene in mente Angelo… Felice… pure mio padre… La medaglia raffigurante da un lato il Logo del Governo per il Centenario della Grande Guerra col nome inciso di Angelo e, dall'altra, la statua presente nel Cimitero degli Eroi di Aquileia, finalmente ce l’ho!
Quanto vale questa medaglia?
Magari materialmente poco però dal punto vista affettivo, molto e ne valse la pena aver fatto tutto ciò che abbiamo fatto per toccare il cielo con le mani. 

(A continuacion la traduccion al español)  


EL VALOR DE UNA MEDALLA


Que es una medalla?
Es un disco de metal –más o menos precioso, acuñado o fundido- que muestra en relieve una imagen sacra o profana, frecuentemente acompañada de una inscripción.
Las medallas pueden ser conmemorativas o celebrativas de un acontecimiento o de un personaje famoso.
Tuvieron una vasta difusión en la Antigua Roma. Actualmente todos los estrado del mundo las reservan en caso de alta distinción honorifica.
Por distinción honorifica, que se entiende?
Se entiende un signo de honor que viene concedido por una autoridad en reconocimiento de particulares actos beneméritos.
Entonces, definamos benemérito.
Merecedor de una distinción, digno de ser recompensado o galardonado en algún campo de actividad.
Pongamos pues que el campo de actividad, del que queremos hablar, sea la guerra.
Alguna vez se la ha definido como la masacre de personas que no se conocen, por cuenta de personas que se conocen pero que no se masacran entre ellos.
Eran necesarias algunas aclaraciones antes de ir al grano.
Indudablemente, la Gran Guerra fue el acontecimiento más dramático y doloroso de la historia de la Italia moderna.
Si bien aun hoy no se saben las cifras precisas, ella habría costado a Italia la vida de 651.000 soldados y 589.000 civiles, totalizando 1.240.000 víctimas.
En solo aquellos 3 años de conflicto, los actos beneméritos individuales y colectivos debieron ser muchos si bien las condecoraciones entregadas no fueron tantas.

En necesario decir que desde la entrada de Italia a la guerra -24 mayo 1915- hasta la derrota de Caporetto en la 12a. Batalla del Isonzo - 24 octubre 1917- la carnicería fue espantosa gracias a la estrategia de “paladas” de Cadorna.

El 10 octubre 1915, entre la 2a. y la 3a. Batalla del Isonzo, perdió la vida el soldado 1a. Clase perteneciente a la 3°. Compañía, 1° Batallón, 15° Regimiento Brigada Savona, Angelo Garrappa.

Sobre lo que ya he hablado precedentemente.
Más allá de toda especulación, el evento de recordar cada Caído en el Centenario de la Gran Guerra 2014-2018, por parte de la Región Friuli Venezia Giulia y el Ministerio de la Defensa, entiendo sea justo y merecido.
Citar los 529.025 Caídos inscriptos en el Álbum de Oro y entregar una bellísima medalla recordatoria a los familiares del Caído, es sin duda una prueba de reconocimiento por la contribución de sangre dada por tantas familias –como la nuestra- a la unidad de Italia.
Si bien soy nacido en Argentina, soy italiano. No por tener el pasaporte amaranto sino porque mi sangre es italiana y la fuerza de la sangre es mucho más fuerte que el lugar de nacimiento.
He crecido al lado de mi tío abuelo Felice Garrappa, ex combatiente de la Gran Guerra y abuelo adoptivo ante la ausencia prematura del nono Gaetano.
Fue justo el quien me enseño la lengua italiana y me conto entre otras cosas, la dolorosa desaparición de su hermano Angelo en el frente del Carso.
Fue justo el quien llevo a mi casa la ultima postal militar escrita de puño y letra de su hermano de apenas 19 años.
Nunca supe donde fue a terminar el pasaporte de Felice porque se perdió en una valija que también se perdió en algún cambio familiar.  
Nunca supe porque aquella amarillenta postal de cartulina, no obstante todo, quedo en mis manos hasta hoy.
Ahora lo sé muy bien.
Sea Felice y el destino quisieron que yo fuese la persona que concluyese este capítulo épico de la historia familiar.
La vida está llena de señales y mensajes encriptados que se necesitan descubrir y comprender, mejor antes que después.
El Buen Dios, que me quiere tanto, me ha regalado la posibilidad de realizar el sueño inconcluso de Felice: rencontrar a Angelo en el silencio del Sacrario de Redipuglia y rezar una plegaria por el eterno descanso en paz de las cien mil almas que vagan entre esas piedras blancas del Carso.
Lo he logrado. Infinitas gracias.
Pero para lograrlo no me he ocupado solo yo sino mi esposa Any que me acompaño en toda esta aventura desde el primer momento y otras tantas personas gentiles, disponibles y afables que entraron en mi vida de improviso, como angeles, para ayudarme a realizar este sueño y enriquecer lo que resta de mi existencia.
Ugo, cercando por Internet familiares en Argentina, me hizo saber sobre el programa de Honores a los Caídos de la Gran Guerra y sobre la posibilidad de requerir la entrega de la medalla recuerdo.
Con Andrea, investigador y coleccionista de la Gran Guerra, nos conectamos por dos simples palabras: Barbarano Vicentino. Uno de los lugares de destino de Felice aparecido en su Folio matricular militar. 
Sin siquiera conocerme en persona, Andrea se ofrecio gentilmente a llevarme en auto a la entrega de la medalla y conocer Barbarano que, en 1917, fue el Polígono de Tiro del Regio Ejercito donde el Caporale Mitragliere Felice Garrappa fue adiestrado en el uso de la ametralladora Fiat Revelli 1914.
Con ambos y sus familias hemos vivido algunos días que no podremos olvidar jamás.
He aquí porque me considero un hombre afortunado. 
Redipuglia es el más grande Sacrario Militare Italiano, erigido sobre la ladera occidental del monte Sei Busi que, durante la Gran Guerra, fue tenazmente defendido por las tropas austriacas porque les permitía dominar parte del escalonado carsico y bloquear cualquier ataque al Monte Hermada.
Este Sacrario custodia los restos mortales de 100.187 Caídos, de los cuales 39.857 conocidos y 60.330 desconocidos, entre ellos Angelo.
Caminando hacia el Piazzale del Sacrario, a la cabeza de los familiares, me impresiono con la magnificencia del trabajo proyectado por el arquitecto Giovanni Greppi y el escultor Giannino Castiglioni.
La gruesa cadena del ancla de la torpedera austriaca “Grado”, clausura simbólicamente el lugar Sacro que no es un obstáculo para la columna que continua su marcha silenciosa, bajo el sol del sábado 24 de junio, por la Via Eroica entre esas dos filas de placas de bronce que llevan el nombre de cada localidad donde mas áspera y sangrienta fue la lucha.
Más adelante se alzan solemnes, detrás de la Tumba del Duque de Aosta, los 22 escalones que custodian, en orden alfabético, los restos mortales de 40.000 caídos cuyos nombres figuran grabados en individuales lapidas de bronce.
El conjunto, conceptualmente, asemeja mucho a una poderosa y perfecta disposición de un entero ejercito de cien mil soldados con su comandante y generales a la cabeza.
En la cima del monumento, el perfil inconfundible de tres grandes cruces de bronce, símbolo del sacrificio divino y la esperanza de llegada a Dios.
Simplemente majestuoso.
La ceremonia ya está por comenzar. A la carrera llega la fanfarria de Bersaglieri sonando la “Leggenda del Piave”. Las autoridades civiles y militares estan ya en su lugar. El Presidente de la Region Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, el comandante militar Ejercito de la Region Fvg, Bruno Morace, los presidentes interregional y regional de la Associazione nazionale Bersaglieri, Camillo Ferroni y Giuseppe Iacca y el Intendente de Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris entre otros.
A mi lado se alinean las Associaziones Nacionales Alpinas con sus estandartes e sus sombreros de fieltro verde con la pluma negra.
El porta estandarte se sorprende al saber que vengo desde la Argentina a recibir la medalla a un caído. 
El sol esplende.
A las 10 en punto de la mañana la fanfarria suena el Silenzio. Cuatro soldados porta corona, dos de ellos en uniforme gris verdoso de la epoca della Gran Guerra, llevan a paso lento, una corona de flores que apoyan sobrea la tumba del Emanuele Filiberto, Duque de Aosta.
En los pinares circundantes, los cuervos y mirlos se unen al silencio de la muchedumbre que inunda la explanada.
Enseguida el himno de Mameli es cantado con gran emoción por todos los presentes para dar paso al maestro de ceremonia a preparar la mesa con las medallas y a su lado la campana y el campanillero.
Heme aquí, tomado por sorpresa por el speaker. “Soldado 15o. Regimiento Infantería, Garrappa Angelo…recibe la medalla Alberto Garrappa..." el campanillero suena una vez la campana … su tañido rompe el silencio …
La primera medalla es entregada justo a mí...
Dejo mi puesto en la fila con un nudo en la garganta y a paso firme me dirijo hacia la mesa donde el Jefe de la la Associazione Bersaglieri y el Intendente de Fogliano esperan con el estuche de la medalla.
Agradezco con un hilo de voz y un apretón de mano y les hago saber que he venido desde la Argentina a recibir esta medalla.
Visiblemente estupefactos hacen saber a viva voz aquello que parece ser un acontecimiento asombroso e impensado.
A mi alrededor, autoridades civiles, militares y familiares me regalan un emotivo y prolongado aplauso … aflojo inexorablemente.
Exploto en llanto … recuerdo a Angelo … a Felice …    
La medalla con el logo del Gobierno por el Centenario de la Gran Guerra y grabado el nombre de Angelo de un lado y, del otro la estatua presente en el Cementerio de los Héroes de Aquileia, finalmente está en mis manos!
Cuánto vale?
Quizás materialmente poco pero desde el punto de vista afectivo, mucho.
Valió la pena haber hecho este largo viaje hasta el otro lado del océano para tocar el cielo con las manos.

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