Marilena Dolci, professoressa mantovana, ci lascia in questa sua bellissima relazione le sue impressioni sul romanzo della scrittrice Elsa Osorio sul cosidetto "messaggero dell'anima del sobborgo": il Tango argentino.
Il romanzo di Elsa Osorio mi ha lasciato una profonda impressione per due motivi: da una parte due personaggi contemporanei, Ana e Luis, intraprendono la stessa ricerca sui propri antenati, che sto cercando di compiere io, in secondo luogo la scrittrice ripercorre la storia dell’Argentina sino al 2001, soffermandosi tuttavia soprattutto sull’età d’oro del paese, cioè il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1930, quando l’Argentina era ricca e per questo attirava tanti emigranti.
Il titolo in italiano non è molto centrato, perché non si parla di lezioni di tango, ma dell’importanza fondamentale che questo ballo ha per l’identità nazionale di quel paese, al punto che il “Tango” interviene spesso nella storia e parla in prima persona.
In spagnolo il titolo è “Cielo de Tango”, la scrittrice infatti immagina che gli uomini e le donne, che sono anche i personaggi del suo romanzo e che in vita erano appassionati ballerini e avevano dedicato se stessi a questo ballo, vivano in un paradiso del tango, dall’alto del quale guardano e commentano le vicende dei propri discendenti.
Sinceramente non pensavo che il tango fosse così fondamentale per gli argentini, né immaginavo che all’inizio fosse considerato un ballo moralmente riprovevole, perché nato tra le puttane e perché esprimeva con i movimenti dei corpi allacciati una grande sensualità.
L’autrice ne fa la storia, ci racconta di come sia passato in Francia, di come si sia modificato nel tempo, ci parla degli artisti che l’hanno suonato, cantato e ballato. Il tango sembra esprimere l’anima più intima e segreta di un popolo, la sua parte migliore e più vera.
La struttura del romanzo è molto complessa perché all’improvviso cambiano i narratori e i tempi dell’azione: entrambi si possono dedurre solo dal contesto, dopo che si è letta qualche riga di ogni parte in cui è diviso il romanzo.
E’ una storia di coppie, di amori passionali, ai quali nessun ostacolo può opporsi e che, anche quando non si realizzano in un’unione, durano tutta la vita, come è il caso di Inés e Miguel.
Nella prima parte del romanzo domina la storia di Vicente e Carlota, lui ricco e non più giovane possidente, lei giovanissima figlia di una mêtresse. Tra alti e bassi, abbandoni e riconciliazioni i due scopriranno solo alla fine di volersi bene, ma a quel punto Vicente, per rispetto della moglie ormai morta non vorrà più frequentarla. Vicente aveva sposato Inés Lasalle che tuttavia amava Miguel, un italiano suonatore di organetti, ma la disparità sociale tra loro era eccessiva: la famiglia Lasalle non permise il matrimonio. Sua figlia Mercedes invece non farà come la madre, ma si ribellerà al volere del padre, andando a convivere con Jordi, un povero insegnante di musica. Questa unione tuttavia sarà infelice, perché Jordi si rivelerà un alcolizzato, allora Mercedes avrà il coraggio di lasciarlo e troverà un nuovo amore in Roberto, che sposerà. Questa vicenda non è molto convincente, perché Jordi sembra all’inizio una bravissima persona e poi all’improvviso ci viene presentato come uno che beve e maltratta la sua donna.
Un’altra storia d’amore è quella di Asunción, che serviva in casa Lasalle, e dell’Oriental, appartenente alla malavita ma molto affascinante e ballerino insuperabile di tango. Dopo essersi impossessato del cuore di Asunción, l’abbandona in prossimità del parto di lei.
C’è un’ulteriore storia d’amore, che non arriverà mai a concretizzarsi: è quella tra Asunción ed Hernán, fratello di Inés. La solita differenza di classe li separerà, comunque Hernán è l’unico uomo positivo del romanzo: libero da pregiudizi, disinteressato al denaro, bello e divertente, ballerino di razza, non potrà tuttavia essere mai del tutto felice forse proprio per questo suo amore “mancato”.
Nella seconda parte in primo piano c’è la generazione successiva, in particolare Juan Montes e Rosa: l’uno musicista, l’altra cantante. Anche in questo caso l’amore, pur invincibile, riesce a farsi strada a fatica, perché Rosa è una donna indipendente, che lotta e rischia per i compagni lavoratori. Deve allontanarsi per questi motivi dall’Argentina, ma poi ritorna con l’idea fissa di diventare una cantante e ci riuscirà. Anche Juan non ha avuto una vita facile: abbandonato alla nascita dal padre, figlio di Asunción, studia musica e insieme lavora, infine suonerà per professione e diventerà un famoso compositore di tanghi.
Francisco, figlio di Inés e Vicente, è anche lui vittima del modo di pensare della sua famiglia: ha portato dalla Francia a vivere con lui una ragazza, che egli ama tantissimo, riamato: Yvonne, ma il padre fa di tutto per staccarlo da lei. Alla fine egli decide di sposare un’altra ed Yvonne, il giorno del matrimonio, lo uccide.
Questo romanzo è anche una storia di classi sociali. Nell’età dell’oro da una parte c’erano coloro che si ritenevano originari dell’Argentina: famiglie ricchissime, come i Lasalle, proprietarie di terre, che vendevano il bestiame all’Europa e agli Stati Uniti, chiuse in un aristocratico isolamento, che negavano ai propri figli la libertà d’amare chi volevano. Dall’altra parte c’erano gli emigranti, gli operai, impegnati nelle lotte sindacali per un salario migliore. Ci sono vari accenni alla democrazia spesso traballante, ai colpi di stato frequenti, alle repressioni contro gli scioperi, anche, ma di sfuggita, ai desaparecidos e alle manifestazioni che accompagnarono il crollo economico dell’Argentina nel 2001.
Prof.ssa Marilena Dolci
Mantova
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