"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



miércoles, 14 de enero de 2009

ALBANI: LE MIE ORIGINI BERGAMASCHE

GLI ALBANI IN ITALIA

Si tratta di un’antichissima e nobile famiglia originaria d’Albano, villaggio nelle vicinanze di Bergamo, nota sin dal XI secolo.
Nel 1549, con diploma del 10 aprile, segnato in Vienna dall’imperatore Federico III, otteneva il titolo comitale Francesco Albani, podestà di Zogno. Fu padre di Francesco, detto “pater patriae” perche nel 1516 riusci a dissuadere i bergamaschi dalla fuga all’approssimarsi delle schiere imperiali.
Il figlio suo Giangirolamo (1509 - 1591) col Laterale Generale della Repubblica Veneta, Podesta di Bergamo, ospitò nella sua Rocca di Urgnano il padre Michele Ghislieri quando quest’era minacciato di morte per l’opera sua intesa a purgare Bergamo dall'eresia.
Divenuto il Ghislieri Papa, col nome de Pio V nel 1770, conferì all’Albani rimasto vedovo, la porpora cardinalizia.
Giangirolamo lasciò varie opere di diritto canonico e con diploma Imperiale 10 Luglio 1543, ebbe conferma, anche per i suoi, il titolo comitale e nel 1571 fu ascritto alla nobiltà romana. Ebbe una moglie, Laura, di Marcantonio Longhi, veneziano, già segretario di Bartolomeo Colleoni, possessore del Castello d’Urgnano, che passò prima a Teodora, sorella di Laura, maritata al milanese Francesco Visconti e poi da questi, per vendita, al cognato Giangirolamo Albani.
De’ figli suoi, Giambattista fu Patriarca d’Alessandria e Giandomenico militò nell'esercito di Enrico IV, Re di Francia, e Lucia, sposata al Cavaliere Bresciano Faustino Avogadro, dama leggiadra e poetessa di qualche pregio. Dei molti ambiatici di quest’ultimo Teodoro, canonico della Cattedrale di Bergamo. Nel 1647, fu Principe dell’Accademia degli Eccitati, Bonifacio (1619 – 1678), Procuratore Generale dell’Ordine de’ Somaschi, arcivescovo di Spalato e primate della Dalmazia. Giovanni, Cavaliere di San Marco, quest’ultimo fu padre di Gianfrancesco, ambasciatore veneto a Papa Alessandro VII, dal quale discendono Francesco, ricevuto nell'ordine di Malta nel 1787 e Venceslao, I.R. ciambellano, cavaliere di S. Luigi di Lucca.
Vennero riconosciuti nel titolo di Conte per ordine del Magistrato dei feudi in data 10 aprile 1764 ed iscritti nel “Libro dei Veri Titolati” della Repubblica Veneta, sotto il 18 Maggio dell’anno stesso, riconosciuti nell'antica nobiltà con risoluzione 26 Dicembre 1818 e riconfermati nel titolo di Conti Palatini.

GLI ANNI PRECEDENTI ALLA PARTENZA

Anno 1886
Si vota una legge ipocrita sul lavoro minorile. Divieto di impiegare fanciulli sotto i 9 anni (!) negli opifici, nelle cave e nelle miniere (!); e adibire al lavoro notturno quelli inferiori ai 12 anni. Ma la legge esclude le piccole industrie, l'artigianato, i lavori agricoli, il domicilio, dove in questi settori, i minori sono impiegati in massa.
Con una feroce resistenza degli industriali viene approvata questa legge, che seppure con forte ritardo rispetto a paesi più avanzati come l'Inghilterra, poneva fine allo sfruttamento della manodopera infantile: bambini dai 5 ai 7 anni che lavoravano fino a 13-15 ore al giorno!
Secondo alcuni calcoli, riferiti al 1876, su 290.301 lavoratori impiegati nell'industria tesile ben 243.676 erano donne e fanciulli (questi, da soli, erano 82.314, oltre un quarto della manodopera totale!).
Un vero affare per gli industriali: il salario di un operaio maschio adulto era di 1,50-2 lire, quello delle donne oscillava tra i 60 e gli 80 centesimi, i fanciulli percepivano tra i 30 e i 50 centesimi. Lo sfruttamento era bestiale: d'estate le ore di lavoro giornaliere non erano mai inferiori a 12 e potevano arrivare fino a 15-16. La bassa produttività, dovuta ad un lavoro troppo prolungato, era abbondantemente compensata dai risparmi sui salari bassissimi. Invece di investire nell'innovazione tecnica, gli imprenditori italiani pensavano di risolvere il problema dei costi mantenendo bassi i salari.
Sulla situazione sopra, la Legge COPPINO aveva fissato la frequenza scolastica obbligatoria fino a 9 anni, ma la sua applicazione non fu mai rigorosa, visto che l'industria italiana per essere competitiva impiegava soprattutto questa manodopera minorile a basso costo, tanto che in questo periodo solo il 22% dei fanciulli fino a 14 anni risulta scolarizzato; il 78% non va a scuola (anche perchè non esiste un obbligo) in Germania - Austria alla stessa eta' gli scolarizzati sono il 98-100%. Esiste l'obbligo e c'è una sanzione per i genitori che non mandano a scuola i figli.
Le carenze nell'istruzione in Italia risentivano sempre della Legge CASATI del 1859 che istituiva la scuola dell'obbligo, ma lasciava poi ai Comuni, con almeno 50 bambini in eta' scolare, provvedere alle spese di gestione, lasciando ampia discrezione agli stessi, ma tagliando cosi' fuori 9.000 paesi e frazioni che non avevano queste caratteristiche ne' i soldi necessari, infatti...
....le scuole in Italia presenti quest'anno sono poco più di 2000 con 42.261 insegnanti di ogni ordine e grado su una popolazione di 31.500.000 abitanti. Quindi 1 insegnante ogni 745 abitanti. (Nel 1988 gli insegnanti saranno 485.532, 1 ogni 118 abitanti su una popolazione di 57.576.000 (dove solo le materne e le elementari contavano circa 6.000.000 di bambini)
A Dicembre, i rapporti con la Francia si fanno tesi: l’Italia denuncia il trattato di commercio del 1881 e chiede di negoziare un nuovo trattato. La richiesta nasce dall’aumento del dazio d’importazione sul grano e sul bestiame stabilito dal governo francese (1885) per tutelare la propria agricoltura nazionale colpita dalla crisi.

Anno 1887
A Gennaio, l'avventura colonialistica italiana in Africa, conosce ore tragiche a Dogali. Sono uccisi 500 soldati dal governatore dell'Hamasen, Alula, che però aveva intimato lo sgombero degli italiani sul suo territorio, ritenendola quella italiana una invasione. Sdegno in Italia con dimostrazioni popolari e interventi e liti in Parlamento fra falchi e colombe.
Si aumenta cosi' il pane (!) per finanziare le truppe in Africa. Accordi sulla Triplice Alleanza, con le potenze che s'impegnano a non intervenire se a sua volta l'Italia non interviene nelle loro egemonie territoriali (anche queste conquistate a colpi di cannone e con invasioni pretestuose).Infatti, l'Austria, minacciando con le armi (ha il più potente esercito del mondo) consolida indisturbata la sua presenza in Bulgaria.
La guerra costa e la pagano i poveri. Il dazio sul frumento aumenta da 1,40 a 3 lire al quintale. Il provvedimento, motivato dall’esigenza di finanziare la politica coloniale, è approvato con 205 voti favorevoli e solo 48 contrari.
Il colera miete migliaia di vittime in ogni parte d'Italia. Ad Albano, nel solo mese di agosto muoiono più di 500 persone, tra le quali il principe Ludovico Altieri, cardinale vescovo della città, la regina Maria Teresa, matrigna dell'ex re di Napoli Francesco II, ed il figlio undicenne Gennaro Maria.

L'ANNO D'ARRIVO DEGLI ALBANI IN ARGENTINA

Secondo il “Registro de Inmigrantes” del Porto di Buenos Aires: Venerdi 26 Ottobre 1888 arrivano in Argentina -provenienti da Genova- sulla nave “Perseo”: 
PIETRO ALBANI, 40 anni, operaio, cattolico
BATTISTA ALBANI, 11 anni, operaio, cattolico
MARIA ALBANI, 8 anni d'età
CAROLINA ALBANI, 3 anni d’età
I nomi del padre e del figlio venivano scambiati come pure l’età dei bambini dato che, all'epoca, Maria Caterina ne aveva 11 anni, Maria Carolina 8 anni d’età e Pietro, 5 anni.
Dalla storia della “Navigazione Generale Italiana”, Società Riunite Florio & Rubattino - Genova (1881 – 1932), si ritiene che detta società continuò ad esercire i servizi maritimi già operati dalle due imprese, ma allargando le sue attività, a partire dal 1884, anche ai collegamenti con il Sud America. A questo scopo la compagnia acquistò, nel gennaio 1885, quattro nuovi piroscafi: “Orione”, ”Sirio”, ”Regina Margherita” e ”Perseo”, piccolo piroscafo di 4.158 tonnellate costruito nel 1883 per la flotta Raggio ed entrò in funzione lungo le rotte transoceaniche nel 1885. Percorreva la linea Italia-Brasile, Uruguay ed Argentina. In seguito fu trasferito alla Marittima Italiana e poi fu acquistato dalla Navigazione Generale Italiana. Era una nave fatta espressamente per trasportare gente povera, quali appunto gli emigranti. Nel 1906 fu smantellata (foto).
Dal Censimento dell’anno 1895 risulta: 

ALBANI BAUTISTA, 40 anni (1855) Italia, sposato,  residenza Buenos Aires (BA).
ALBANI MARIA (CAROLINA), 12 anni, a.s.n 1883, Italia, residenza Las Rosas (SF).
ALBANI MARIA (CATERINA) in SANGALLI, 17 anni, a.s.n 1878, Italia, residenza Las Rosas (SF).

1) BATTISTA  o FRANCESCO ALBANI ?
Benché sulla lapida del Cimitero di Colonia Rosa (SF), fatta in marmo di "Carrara”, ci sia la scritta:

“QEPD - Battista Albani – Mori il giorno 13 Ottobre 1921 a 73 anni d’età – Suoi figli Pietro, Maria e Carolina gli dedicano questo ricordo”, in verità avrebbe avuto 74 anni d'età.
L'attestato di nascita rilasciato dalla Parrocchia di Fontanella, a richiesta dell'Ufficio dello Stato Civile, certifica che -lo sposo di Maria Antonia Cagliani- Francesco Albani, era nato il 18 agosto 1847 a Terno (Bg).   
Comunque, il nome del supposto marito di Maria, che porto i suoi figli in America nel 1888, fa ancora oggi molta confusione.
Tutti i componenti della famiglia affermano che il bisnonno si chiamava Battista mentre, dai documenti italiani, emerge il nome Francesco.
Ad aumentare la confusione, nel suo testo “Historia de Progreso: Nuestro Pueblo Santafecino” (2003), Hugo Hulsberg  lo chiama Giovanni Battista Albani.


MARIA ANTONIA CAGLIANI
Dall’Atto di Matrimonio N° 65 -di Carlo Sangalli con Maria Caterina Albani- celebrato all'Ufficio dello Stato Civile di Colonia Progreso (SF), si ritiene che Maria sia mancata in Italia martedì 28 Febbraio 1888.
Infatti, il 22 gennaio 2016 ho trovato l'Atto di Morte n° 5, dell'Ufficio dello Stato Civile di Terno, in cui viene certificato che comparvero Bolis Enrico (42) e Devecchi Domenico (38) per dichiarare che: MARIA ANTONIA CAGLIANI, nata 14 Novembre 1846 in Calco (Circondario di Lecco, Provincia di Como), da Luigi e Crippa Angela, contadina di quarantadue anni e moglie di FRANCESCO ALBANI, mori il 28 febbraio 1888 alle ore cinque PM, nella casa posta in Via Carvisi n° 5 di Terno (Bg).
Fanno da testimoni Crippa Pietro (45) e Gassaniga Gregorio (31), entrambi domiciliati a Terno.  

2) MARIA CATERINA ALBANI
Coniugata con Carlo Angelo Sangalli, ebbe 14 figli: Madalena Maria (1894), Giuseppe (1896), Giovanni Battista (1898), Michele (1899), Battista (1901), Pietro (1903), Maria (1905), Angelo (1907), Angela (1909), Raimundo (1911), Isabel (1913), Francesco Benito (1916), Antonio (1918) e Gregorio (1921).
Alcuni suoi cari abitano ancora a Progreso, piccola località del Dipartimento Las Colonias, Provincia di Santa Fe.
L’atto di Matrimonio N° 65 del Registro Civil de Progreso (Dpto. Las Colonias) certifica che:
“In Colonia Progreso, Dipartimento Las Colonias, Provincia di Santa Fe, a trenta giorni del mese Agosto dell’anno mille ottocento novanta due, davanti a me, Miguel Valiente, Ufficiale a carico del Registro Civil e Giudice del posto, compaiono Carlo Sangalli di venticinque anni d’età, italiano, nato a Bonate di Sotto, Provincia di Bergamo, di mestiere contadino, domiciliato in Colonia Grutly, figlio di Giuseppe Sangalli, italiano, contadino, domiciliato nello stesso luogo e di Maddalena Naba, italiana che mori il due marzo del mille ottocento sesantadue e di María Albani, di quattordici anni d’età, italiana, nata in Provincia di Terna, domiciliata in Colonia Progreso, di mestiere casalinga, figlia di Battista Albani, italiano, di mestiere contadino, domiciliato in questo posto e di Maria Cagliani, italiana, morta il ventotto febbraio dell’ anno mille ottocento ottantotto.”
Antonio Sangalli, racconta che sua mamma era nata a “Teren-Cabanecc”. A parte questo, Maria Caterina piaceva ricordare i lontani giorni di fanciullezza, dei giocchi bambineschi con gli amichetti che abitavano nei pressi del suo paese natio, tra cui c’era anche Angelo Giuseppe Roncalli.
Angelo Giuseppe Roncalli -Papa Giovanni XXIII detto il “Papa Buono”- era figlio di una povera famiglia contadina, nato il venerdì 25 Novembre 1881 a Sotto il Monte in località Brusicco, vicino al capoluogo di Provincia.
Chiedesi all'Ufficio dello Stato civile della città di Santa Fe, gli Atti di matrimonio e defunzione di Pietro Albani, i quali vennero rilasciati il 9 febbraio 2000, risultando che non erano assegnati né il posto né la data di nascita.
A 10 giorni del mese di febbraio 2000 si contattò il giornale bergamasco “Il giornale dell’Isola” su cui s’informava sui lavori di restauro che si stavano facendo in località vicine al capoluogo, tra esse: Terno – Cabanetti. (1)
L’11 Febbraio, Gabriele Previtali, caporedattore del Giornale, mi rispose dicendo che farebbe sapere ai Sindaci dei paesi vicini sul oggetto della mia ricerca tenendo conto che Albani è un cognome molto difusso nella zona e aggiunse:
"Teren" è l'esatta dicitura, in dialetto bergamasco, di TERNO D'ISOLA e "Cabanecc" la corretta scrittura della frazione CABANETTI del Comune di Terno d'Isola. Poiché "Cabanetti con Carvisi" è una piccola frazione divisa tra tre Comuni BONATE SOPRA - MAPELLO e TERNO D'ISOLA” .

Secondo l’ atto di matrimonio N° 65 dell’ Ufficio dello Stato Civile di Progreso:
“In Colonia Progreso, Dipartimento Las Colonias, Provincia di Santa Fe, a trenta giorni del mese Agosto dell’ anno mille ottocento novanta due, davanti a me, Miguel Valiente, compariscono Carlo Sangalli, di venticinque anni d’eta, italiano, nato a Bonate di Sotto, Provincia di Bergamo, di professione (agricultor) contadino, residente a Colonia Grutly, figlio di Giuseppe Sangalli, Italiano, di professione (agricultor) contadino, residente nello stesso luogo, e di Madalena Nava, italiana, morta li due marzo dell’ anno mille ottocento sesanta due y Maria Albani, di quattordici anni d’eta, italiana, nata in Provincia di Terna, residente a Progreso, di professione casalinga, figlia di Battista Albani, italiano, di professione (agricultor) contadino, residente in questo luogo e di Maria Caliano (Cagliani), italiana, morta il ventotto Febbraio del mille ottocento ottantotto”
In questo documento compare con precisione la data della scomparsa di Maria Cagliani: martedì 28 Febbraio 1888 assieme alla denominazione del paese natale della figlia Maria Albani: Terno che diventerà Terno d’Isola pochi anni dopo, tramite il decreto reale. (2)

(2) "Umberto I per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d'Italia. Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari dell'interno, Presidente del Consiglio dei Ministri.
Veduta la deliberazione del Consiglio Comunale di Terno in data 11 ottobre 1891, colla quale chiede di essere autorizzato ad aggiungere all'attuale denominazione del Comune l'appellativo d'Isola. Visto la deliberazione del Consiglio Provinciale di Bergamo in data 26 settembre 1892. Veduta la legge Comunale Provinciale vigente. Abbiamo decretato e decretiamo. Articolo unico. Il Comune di Terno in provincia di Bergamo cambierà l'attuale sua denominazione in quella di Temo d'Isola. Ordiniamo che il presente decreto munito del sigillo dello Stato sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia; mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma addì 4 dicembre 1892".

Secondo l’atto di defunzione N° 9 dell’Ufficio dello Stato Civile di Progreso:
Maria Caterina Albani, di nazionalità italiana, sposata con Carlo Angelo Sangalli, mori di “Anasarca” a Progreso, il sabato 8 di Giugno 1935, alle 1 ore e all’ età di 55 anni. Comparendo l’ 8 Giugno 1935, alle 11 ore, davanti il Capoufficio dello Stato Civile, Oscar E. Klinger: Antonio Caliani, di 41 anni d’ età, argentino, hacendado, residente a Progreso, confezionandosi l’ Atto N° 9 e firmando sotto anche Luis Marchesi di 56 anni, argentino, celibe, rentista e Constantino Lagger di 28 anni, argentino, sposato, tipografo; entrambi due residènti a Progreso.

Secondo l’atto di defunzione N° 17 dell’Ufficio dello Stato Civile di Progreso:
Carlo Angelo Sangali, di nazionalità italiano, nato a Bonate di Sotto, stato civile vedovo, mori di “insuficiencia cardiaca” a Santa Fe, il mercoledi 5 di Settembre 1945, alle 19,10 ore e all’ età di 79 anni. Comparendo il 6 Settembre 1945, alle 10,50 ore, davanti il Capo dell’ Ufficio dello Stato Civile: Ramon David Michelini, argentino, sposato, 50 anni d’ età, residente a Progreso confezionandosi l’ Atto N° 17 e firmando di sotto anche Valentin Reinheimer, di 45 anni, argentino, sposato, commerciante e Gabriel Corazza, di 40 anni, argentino, sposato, commerciante; entrambi residènti a Progreso.

3) MARIA CAROLINA ALBANI
Giovedi 7 Febbraio 2002 la Questura di Bergamo informa sugli Albani il seguente:
“In riferimento alla Sua del 7 corrente Le comunico che nei registri di nascita del Comune di Terno d’ Isola (BG), l’anno 1880, atto n°. 34 parte 1ª, risulta essere nata il 31 Agosto 1880 la bambina ALBANI Maria Carolina, da Albani Battista e da sua moglie Cagliani Maria. Tenendo conto che dalla dichiarazione di nascita il padre, Albani Battista, dichiarava 32 anni, si ritiene che lo stesso sia nato l’anno 1848.” p. IL QUESTORE, IL VICE QUESTORE VICARIO (Conti).

Il 28 Febbraio 2004 l’Ufficio dello Stato Civile del Comune di Terno d’Isola (BG) rilascia l’estratto per riassunto del Registro degli Atti di nascita dell’anno 1880 n° 34, del quale risulta:
“Il giorno ventotto (28) del mese di agosto dell’anno mille ottocentoottanta ad ore pomeridiane dieci nella casa posta in Via Carvisi al n° 5 è nata ALBANI MARIA CAROLINA di sesso femminile”.

Secondo l’Autorità del Cimitero di Hersilia, Dipartimento San Cristobal (SF):
Maria Carolina Albani, morí il martedì 9 Ottobre 1962 a 80 anni d’età. I suoi spoglie si trovano seppelliti nella tomba N° 57 del Cimitero di Hersilia. (In realtà in quel anno ne aveva 82 anni).
Ubaldino Pacheco, suo marito, mori il 20 Luglio 1939 in Hersilia. Rafael Pacheco, figlio unico del matrimonio nacque il 24 Ottobre 1909 e mori il 27 Luglio 1966. Sposò Felisa Sueldo, nata nel 1919 e scomparsa nel 1945, ne ebbero quattro figli: Olga (14/4/1935 – 1979), Carolina (6/2/1937 – 1937), Ada Haydee (3/2/1938) e Raul (12/10/1939).
In seconde nozze sposò Leonor Villarroel ed ebbero altri tre figli: Mercedes (1947), Beatriz (1949) e Rafael (1951). Il nipote Rafael Pacheco, abita attualmente a Buenos Aires ed un’altra nipote, Ada Haydee Pacheco (nella foto accanto nonna Carolina), sposata con Dionisio Juarez, risiede in Via Rawson, 451 (1706) Haedo (BA)

4) PIETRO (PAOLO) ALBANI
Dall’atto di matrimonio N° 18 della Parrocchia San Guillermo (SF) risulta che:
“Pietro Albani, naturale d’ Italia, 24 anni d’età, figlio legittimo di Battista Albani, naturale d’ Italia, e di Maria Cagliano, naturale d’Italia; sposato con Maria Blengino, naturale di Argentina, 17 anni d’età, figlia legittima di Stefano Blengino, naturale d’Italia e di Rosa Bernardi, naturale d’Italia, il lunedì 12 aprile 1909, essendo testimoni il signor Sebastiano Blengino e la signora Libel Blengino.”

Secondo il “Registro de Inmigrantes” del Porto di Buenos Aires:
Stefano Blengino, 39 anni (1847), sposato, giornaliero, cattolico, il quale sapeva leggere e scrivere, imbarcò a Genova sulla “Bisagno” ed sbarcò al porto di Buenos Aires il martedì 14 Dicembre 1886, assieme Sebastiano Blengino, 7 anni (1879), celibe, sapendo anche leggere e scrivere.

Dallo stesso Registro:
Rosa Bernardi, 40 anni (1852), coniugata, casalinga, cattolica, sapeva leggere e scrivere, arrivò a Buenos Aires martedì 13 Dicembre 1892 sulla nave  “Manilla” partita da Genova.

Si ritiene che Stefano Blengino, sposato in Italia con Rosa Bernardi, sia venuto giù assieme suo figlio Sebastiano, dopodiché trasferì in America anche la moglie, Rosa Bernardi.
Paragonando questi dati con quelli dell’ atto di matrimonio della parrocchiale potrebbe trattarsi dello stesso Stefano Blengino, padre di Maria Blengino a 62 anni e del testimone Sebastiano Blengino, a 30 anni d’ età.

L’ atto di matrimonio N° 10 dell’ Ufficio dello Stato Civile di Arrufó (SFE) stabilisce che:
“Il giorno martedi 30 Marzo 1909, Pietro (Paolo) Albani, di nazionalità italiano, nato in Italia, 24 anni d’ età, residènte a Rosa, contadino, figlio legittimo di Battista Albani, di 61 anni d’ età, di nazionalità italiano, residènte a Rosa, di professione contadino; e di Maria Calliani (Cagliani) (morta nel anno 1889) sposò Maria Blengino, di nazionalità Argentina, 18 anni d’ età, nata a Florida (Dopo 1881 Estacion Clucellas), residènte a Rosa (Colonia Rosa), di professione “casalinga”, figlia legittima di Stefano Blengino, di nazionalità italiano, contadino, residènte a Rosa, e di Rosa Bernardi, di nazionalita italiana, “casalinga”, residènte a Rosa.”
Pietro Albani e Maria Blengino ebbero 9 figli viventi e 2 morti: Maria Antonia (1910), Angel, Angela, Valentina Rosa, Lucia Esmeralda, Carolina Luisa (16 Ottobre 1921, ottavo pàrto), Rosa Irma (1924), Enriqueta Lidia e Bautista (1928).


LA STORIA IN UNA FOTOGRAFIA

Pietro Paolo Albani aveva comprato il trattore a vapore e la macchina trebbiatrice con cui faceva la raccolta del grano sotto contratto.
In questa fotografia della campagna 1924-25, si può vedere la struttura montata dal nonno Pietro a Colonia Rosa, per assistere ai coloni del distretto nella trebbia e raccolta del grano.
A sinistra in piedi, sul trattore inglese “Clayton & Shuttleworth”, mio nonno Pietro. Alla sua destra, il “Fuochista” Guerino Succhiatti ed il “Fuochino” Carlo Lione. In alto sulla trebbiatrice, i “Plancieri” Nicola Diffardin e Cesare Degano. Sulla carrozza - cucina il “Cuocco” Vitale ed il suo aiutante, España. Sotto, a sinistra, i fratelli Giovanni e Stefano Ghione, i coloni proprietari del campo. A loro destra in piedi, i “forchettai” Salvador Lovaiza, Patricio Enriquez, Ermenegildo Leguizamon e Borja Mansilla. Davanti al botte di legno c’è l’“Acquattaio” Natalio Seli e a sua destra, il “Borsaio” Asunción Bravo, lo “Spalaio” Demencio…ed il “Cucitore” Cornelio Zalazar. Poi ci sono dei ragazzi ed altri operai non identificati.
Quelle macchine -acquisite all'inizio del XXmo. Secolo- erano di origine inglese: Clayton & Shuttleworth. Ditta britannica che funzionava dal 1842 a Stamp End Works (Lincoln) e apparteneva a Nathaniel Clayton e suo fratello adottivo Joseph Suttleworth. 
La firma falli durante la grande depressione del 1930 e  venne assorbita dalla Marshalls de Gainsborough.
Pietro acquisì come si vede nella fotografia, quel trattore C&S, potrebbe essere il modello "King" probabilmente di 10 HP. 

Pietro Albani fu Sindaco di Colonia Rosa per due volte:
Entrò in carica per la prima volta domenica 2 Gennaio 1916, secondo il verbale N°1 - F 82, fino al 1919. 
La seconda, venerdi 1° Gennaio 1926, secondo il verbale N°1 - F 9, fino al 1927.

Secondo l’atto di defunzione N° 6 dell’ Ufficio dello Stato Civile di Colonia Rosa:
Pietro Albani, mori di “setticemia da carbonchio” a Colonia Rosa, il mercoledi 8 Maggio 1929, alle 11 ore, all’ età di 44 anni. Comparendo il 9 Maggio 1929, alle 8 ore, davanti il Capoufficio dello Stato Civile, Antonio De Rossi: José Cavero López, maestro di scuola, di 50 anni, Fortunato Vignati di 34 e José Tosco di 24, confezionandosi e firmandosi l’ Atto N° 6.” (Expte. N° 52477).

Sulla lapida della tomba del Cimitero di Colonia Rosa c’è scritto:
“QEPD – Pietro Albani – Mori il giorno 8 Maggio 1929 all’età di 44 anni – Suoi figli Angelo, Angela, Maria, Valentina, Esmeralda, Carolina, Rosa, Enrichetta e Battista gli dedicano questo ricordo”.
La mancanza dell'atto di nascita di nonno Pietro mi porto ad eseguire l'indagine fino in fondo perché impossibile che non ci fosse nessuna traccia del suo posto di nascita.
Nel 2013, l'amico AldoVillagrossi prese contatto con il Sig.re Enrico Limonta, funzionario del Comune di Terno d'Isola, richiedendogli ancora qualche dato sui miei antenati.
Mercoledi 22 maggio 2013, dall'Ufficio dello Stato Civile mi si informa che dai loro registri anagrafici risulta:

ALBANI PIETRO PAOLO nacque 21 giugno del 1883, paternità ALBANI FRANCESCO e maternità CAGLIANI MARIA.
Da questa informazione emerge che:
ALBANI PIETRO PAOLO sarebbe morto all'età di 46 anni e non di 44.
Ovviamente, quest'ultima informazione riapre qualche nuovo interrogante.
Per prima, qual'era il rapporto parenterale tra Pietro e Battista?
Chi era Francesco Albani, in apparenza il vero padre di Pietro Paolo?
C'è solo un problema di confusione di nomi o qualcos'altro?
Lo stato di famiglia storico degli Albani dopo la ricerca sarebbe questo:

ALBANI FRANCESCO (BATTISTA), nato 18 agosto 1847 a Terno (Bg), sposò Maria Cagliani e mori il 13 Ottobre 1921 a Colonia Rosa (SFE), a 74 anni d’età.
CAGLIANI MARIA ANTONIA, coniugata con Francesco Albani, nata 14 Novembre 1846 in Calco (Circondario di Lecco, Provincia di Como), da Luigi e Crippa Angela, mori il 28 febbraio 1888 alle ore cinque PM, nella casa posta in Via Carvisi n° 5 di Terno (Bg) a quarantadue anni.
ALBANI MARIA CATERINA, nacque nel 1878 a Terno d’Isola (Bg), sposò Carlo Sangalli il 30 Agosto 1892 a 14 anni d’età, mori l’ 8 Giugno 1935 a Progreso (SFE).
ALBANI MARIA CAROLINA, naque il 28 Agosto 1880 a Terno d’ Isola (Bg) da Battista e Maria Cagliani, sposò Ubaldino Pacheco e morì il 9 Ottobre 1962 a Hersilia (SFE) a 82 anni.
ALBANI PIETRO PAOLO, nacque a Terno (Bg) 21 giugno del 1883, da Francesco e Cagliani Maria Antonia, sposò Maria Blangino 12 Aprile 1909 e morì a Colonia Rosa (SFE), l’ 8 maggio 1929 a 46 anni d’età.

CAROLINA LUISA ALBANI (Mia mamma)
Nacque il 16 ottobre 1921 a Colonia Rosa (Provincia di Santa Fe). Figlia di Pietro Albani e Maria Blengino.
Sposò Idiolindo Luis Garrappa (1914-1982) nell'anno 1950 e nel '51 ne ebbero solo a me: Jorge Alberto Garrappa Albani.
Assieme sua sorella Enriqueta sono le uniche figlie viventi di Pietro Paolo Albani e Maria Blengino.

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