"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



sábado, 7 de noviembre de 2009

TUTTI SIAMO UN PO' PIEMONTESI

Che a Rafaela, la “Perla dell’Ovest” della Provincia di Santa Fe, c’è una stragrande collettività italiana, lo sanno tutti.
Che ad essa si sono recati veneti, marchigiani, lombardi, laziali, emiliani, abruzzesi, friulani, siciliani, campani o pugliesi, lo si sa pure bene.
E’ anche palese la consapevolezza che la maggioranza delle famiglie italiane che risiedono a Rafaela e dintorni sono di origine piemontese.
E’ anche ben saputo che molti italiani, provvenienti d’altre regioni del “Bel paese”, imparavano il dialetto piemontese per motivi di lavoro oppure sociali
Dal 1996, la città è gemellata con Fossano (Cuneo) e, da quel momento, non c’è un fossanese che -in gita per l’Argentina- non passi per Rafaela.
Lo stesso capita con i rafaelini che vanno in Italia e che, anche se per un soggiorno limitato, hanno sempre bisogno e si fanno sempre tempo di andare a Fossano.
Dal ’96, la sinergia tra le amministrazioni comunali di Rafaela, con a capo i Sindaci –di origine piemontese- Omar Perotti e Ricardo Peirone; il Comune di Fossano condotto prima dal Sindaco -ormai scomparso- Prof. Giuseppe Manfredi ed ora da Francesco Balocco; e la Federazione Internazionale Piemontesi nel Mondo, presieduta dal Dott. Michele Colombino, riusci a dare una forte spinta a questo processo di fratellanza che man mano fu sviluppandosi nei vari campi della cultura, l'educazione, la formazione, nonchè il lavoro.
In quel momento tutti gli italiani di Rafaela, senza alcuna distinzione, offrirono le loro case per ospitare i piemontesi che venivano a trovarci.
Poi anche loro ricambiarono, offrendo le loro case per ospitarci quando siamo andati in Piemonte.
La conoscenza diventò, a poco a poco, amicizia e l’amicizia senz’altro, fratellanza. Fratellanza, talmente forte, che ci sembra di fare parte della stessa familia, al di qua e al di la del mare.
A noi è capitato spesso di ospitare piemontesi. Per prima abbiamo ospitato Paola e Martino Origlia, cognati di Maria Teresa e Nino Gregorio. Poi ci sono stati Giusy e Sergio Rittano che accompagnavano Clelia ed Angelo Ferrero, ed infine, con la venuta degli sbandieratori, Silvana, Marinella e Renato Boggia. Tutti loro, a casa di un lombardo-pugliese sposato ad una piemontese DOC.
Al rientro, ogniuno portò con se un piccolo pensierino ma molto caro a noi: la chiave di casa nostra.
Questa chiave non solo serve a spalancare la porta di casa, ma anche il nostro cuore pieno di affetto e di ringraziamento infinito verso di loro.
L’ultimo nostro viaggio in Italia, come al solito, andò a finire a Fossano. La domenica 20 settembre 2009 c’eravamo al festeggiamento dei 60 anni di Angelo Ferrero, compresi il Sindaco Francesco Balocco ed il Presidente dei Piemontesi nel Mondo, Michele Colombino.
Quando sentì il Gr. Uff. Michele Colombino pronunciare il mio nome, ho rimbalzato sulla sedia.
In seguito, lui e Balocco mi consegnavano con grande solennità una medaglia e l’attestato di benemerenza come “fedele interprete ed ambasciatore prestigioso dell’altro Piemonte nel Mondo”.
Molto emozionato e con il nodo in gola, ho ringraziato quel gesto e quella onoreficenza non meritata.
Sono convinto che anche se il sangue che scorre nelle nostre vene sia lombardo, pugliese o d'altra parte d'Italia, la piemontesità farà sempre parte della nostra vita.
Grazie a tutti.

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