"Escribid con amor, con corazón, lo que os alcance, lo que os antoje. Que eso será bueno en el fondo, aunque la forma sea incorrecta; será apasionado, aunque a veces sea inexacto; agradará al lector, aunque rabie Garcilaso; no se parecerá a lo de nadie; pero; bueno o malo, será vuestro, nadie os lo disputará; entonces habrá prosa, habrá poesía, habrá defectos, habrá belleza." DOMINGO F. SARMIENTO



martes, 11 de mayo de 2010

“HO SOFFERTO PERCHE ERO UN ITALIANO…”

Queste parole di Bartolomeo Vanzetti, dette davanti al tribunale americano che lo condannò alla sedia elettrica, fa capire meglio le conseguenze della discriminazione politica e sociale a cui furono sottomessi molti italiani in cerca della “Terra Promessa” e lontano dalle loro famiglie e dalla loro Patria.
Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — io non augurerei a nessuna di queste ciò che io ho dovuto soffrire per cose di cui io non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui io sono colpevole. Io sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; io ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano [...] Ecco il paragrafo completo dell’appello di Vanzetti -per l'ultima volta- al giudice Thayer.
Il destino volle che un pugliese di Torremaggiore, Nicola Sacco, ed un piemontese anarchico di Villafaletto, Bartolomeo Vanzetti, si conoscessero negli Stati Uniti e fossero i protagonisti di quel disgraziato maggio 1920.
La storia di Sacco e Vanzetti è assai nota per cui non vi annoierò con la cronologia dei fatti che portarono loro alla morte.
Invece volevo fermarmi un attimo solo a ricordare perché, sapendo certamente che erano innocenti, la procura cercò ostinatamente di incriminarli.
E non è che non sapessero chi fosse il vero assassino, in realtà non volevano condannare un delinquente anglosassone ma due poveri latini emigrati, su cui nessuno avrebbe mai chiesto niente.
A parte questo, sia la polizia che la procura, dipendenti dei capitalisti che si servivano della mano d’opera degli emigrati, dovevano compiere il loro servizio di togliere di mezzo tipi come Vanzetti che disturbavano sempre di più diffondendo le idee anarchiche tra gli operai.
E il giudice Thayer prese il posto di Pilato davanti alla scelta tra Barrabba e Gesù e, come era d’aspettarsi, scelse di lavarsi le mani dopo aver mandato a morte due italiani innocenti.
Quando si compirono i 50 anni di quella vergognosa decisione, nel 1977, Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
Come ho detto spesso da questo tribuna, c’è sempre un italiano in ogni evento importante dell’umanità, Sacco e Vanzetti con la loro sciagura, riuscirono a cambiare drasticamente la società americana nei confronti degli italiani e dei lavoratori.

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